di Silvia e Marta
Mercoledì 24 febbraio è venuta
nella nostra classe Masal Pas Bagdadi che all’inizio ci ha fatto vedere un
video su di lei e poi ha risposto ad alcune delle nostre domande:
Data la sua esperienza nel kibbutz, ha qualche consiglio da dare a noi
ragazzi?
“Dovete impadronirvi del vostro
corpo e non dovete preoccuparvi o vergognarvi di quello che vi dicono gli
altri, ma dovete essere sicuri di voi”.
Secondo lei quali sono le differenze tra un asilo in Italia e uno in
Israele?
“In Israele tengono di più
all’educazione e si insegna ad amare la propria terra e che la libertà esiste
solo con i limiti”.
Com’è vivere in un kibbutz?
“La vita del kibbutz mi regalava
alcuni momenti immensi di felicità, conoscevo ogni tipo di albero, animale e
sapevo distinguere ogni tipo di fiore”.
Qual è stata la sua reazione per la mancanza di sua madre?
“Io avevo tantissima nostalgia
per mia madre, così tanta che mi ero messa d’accordo con mio padre adottivo per
fare una piccola vacanza a Tel Aviv con tutta la mia famiglia”.
Quali sensazioni ha provato quando è fuggita da Damasco?
“Le sensazioni che ho provato di
più sono state l’angoscia e la paura, ma ora so dominarle.
Le piace più il nome Masal o il nome Tune?
“Adesso mi piace più il nome
Masal che vuol dire fortuna”.
Ha ancora la bambola che le avevano regalato da piccola?
“Purtroppo no, l’ho dovuta
lasciare quando sono venuta in Italia”.
Qual è la cosa più bella della sua vita?
“Siete voi!”
Come mai suo papà è stato messo in prigione?
“Mio papà è stato fatto
prigioniero dagli Arabi perché pensavano che fosse una spia israeliana”.
Quanti libri ha scritto?
“Ho scritto tredici libri, tre
sono sulla mia vita: A piedi scalzi nel
kibbutz, Ho fatto un sogno e Mamma Miriam”.
La visita di Masal Pas Bagdadi ci è
piaciuta molto e l’abbiamo trovata molto interessante. Alla fine Masal ci ha
insegnato una bella canzone sulla pace in israeliano che era composta da tre
parole: Hevenu Shalom Alechem che
vuol dire Abbiamo Portato La Pace A Voi.
Cantiamo insieme!
CLICCA QUI SOTTO
Il giorno 24 febbraio la
scrittrice Masal Pas Bagdadi è venuta nella nostra classe a
raccontarci della sua vita, noi le abbiamo fatto alcune domande, ecco
le mie:
Cosa si ricorda all'epoca in cui
viveva nel kibbutz?
<<Mi
ricordo quando mi regalarono una bambola con la testa rotta. Io l'ho
riparata, poi mi sono detta: le cose si possono aggiustare, anche le
cose della testa, ovvero i pensieri.
Questo pensiero
della mia infanzia mi ha permesso di guarire anche le ferite
psichiche dovute alla separazione da mia madre e dalla mia
famiglia.>>
Che cosa pensava su quell'aereo che
la portava a Tel Aviv?
<<Mi
sono trovata nel cortile della nostra casa a Damasco, nel ghetto. Era
l'ora del tramonto, davanti a me la sagoma di Rachel, la sarta che
stirava con il ferro a vapore. Cantava e diceva che si sarebbe
sposata solo a Gerusalemme.
I suoi sogni ad
occhi aperti consideravano tutta la nostalgia degli ebrei in
esilio.>>
Com'era il ghetto?
<<Un
cortile dove vivevano quattro o cinque famiglie. I venditori arabi
arrivavano ogni venerdì con frutta e verdura , ricordo il profumo
intenso dei meloni e delle susine matura. Scorrazzavano liberi,
perché il pericolo veniva dall'esterno e non dall'interno.
Eravamo una grande
famiglia allargata. Vivo ancora di rendita di quei primi cinque anni,
perché mi hanno fatto sempre sentire viva e amata.>>
Come fu invece il kibbutz?
<<Anche
nel kibbutz vivevo un'esistenza collettiva, in sicurezza. Il nemico
era fuori. Allora c'era un'idea molto forte intorno alla salvezza dei
bambini. Oggi in Siria i bimbi sono usati come scudo. Li fanno
esplodere.>>
Ma è più importante la vita della
mente o quella dei fatti reali?
<<Mi
intriga molto la mente, anche se tu devi sapere dove e cosa fai. I
sogni dominano davvero la nostra vita reale. Quando sono andata in
kibbutz, sola, senza famiglia e senza sapere la lingua, questa è la
parte che mi ha salvata. Non il cibo. Non volevo mangiare. Volevo
morire. Per sopravvivere realmente ho dovuto camminare su due binari
diversi.>>
La visita di
questa scrittrice mi è piaciuta molto e ho trovato interessante ed
emozionante tutto quello che ha raccontato sulla sua vita. È difficile
pensare alla sua infanzia piena di sofferenze, ma nonostante tutto ha
avuto una grande forza e un grande coraggio per superare tutto ciò.
Valutazione con stellette
*****su*****
Articolo
di Francesca
Il giorno 24
febbraio la scrittrice ebrea Masal Pas Bagdadi è venuta nella classe prima C
della scuola "Santa Caterina da Siena" a raccontare la sua vita, la classe ha
fatto domande e interagito con l’ospite.
Masal Pas Bagdadi nel 1946 aveva cinque anni e scappò dal suo
paese d’origine, la Siria, per andare con la
sorella maggiore di nome Noemi in Israele. Masal rimase molto traumatizzata
per l’ allontanamento dalla
madre e dalle amicizie che aveva nel kibbutz in Siria.
Appena arrivate in Israele però, la sorella dovette
lasciare il paese e Masal rimase in affidamento ad una
famiglia che era gentile ma non molto affettuosa nei suoi
confronti, e per questo sentiva sempre
di più la mancanza della mamma e della sorella maggiore.
Quando
Masal diventò più grande sì sposò con Marco un ragazzo italiano, si trasferirono a Milano, e Masal decise di
aprire un asilo basato sugli stessi principi del kibbutz, dove venivano
aiutati i bambini in difficoltà con la psicoterapia.
Masal è
in grado d’ interpretare i sogni, è stato molto divertente quando in classe la
nostra compagna Marian ha raccontato il suo sogno e
Masal lo ha spiegato in modo approfondito.
Questa giornata è stata interessante e commuovente e ci ha permesso di conoscere Masal, una persona intraprendente che è
riuscita ad affrontare e superare le difficoltà della
vita con spirito e coraggio.