venerdì 26 febbraio 2016

INTERVISTE A MASAL PAS BAGDADI


di Silvia e Marta 

       Mercoledì 24 febbraio è venuta nella nostra classe Masal Pas Bagdadi che all’inizio ci ha fatto vedere un video su di lei e poi ha risposto ad alcune delle nostre domande:

Data la sua esperienza nel kibbutz, ha qualche consiglio da dare a noi ragazzi?
“Dovete impadronirvi del vostro corpo e non dovete preoccuparvi o vergognarvi di quello che vi dicono gli altri, ma dovete essere sicuri di voi”.

Secondo lei quali sono le differenze tra un asilo in Italia e uno in Israele?
“In Israele tengono di più all’educazione e si insegna ad amare la propria terra e che la libertà esiste solo con i limiti”.

Com’è vivere in un kibbutz?
“La vita del kibbutz mi regalava alcuni momenti immensi di felicità, conoscevo ogni tipo di albero, animale e sapevo distinguere ogni tipo di fiore”.

Qual è stata la sua reazione per la mancanza di sua madre?
“Io avevo tantissima nostalgia per mia madre, così tanta che mi ero messa d’accordo con mio padre adottivo per fare una piccola vacanza a Tel Aviv con tutta la mia famiglia”.

Quali sensazioni ha provato quando è fuggita da Damasco?
“Le sensazioni che ho provato di più sono state l’angoscia e la paura, ma ora so dominarle.

Le piace più il nome Masal o il nome Tune?
“Adesso mi piace più il nome Masal che vuol dire fortuna”.

Ha ancora la bambola che le avevano regalato da piccola?
“Purtroppo no, l’ho dovuta lasciare quando sono venuta in Italia”.

Qual è la cosa più bella della sua vita?
“Siete voi!”

Come mai suo papà è stato messo in prigione?
“Mio papà è stato fatto prigioniero dagli Arabi perché pensavano che fosse una spia israeliana”.

Quanti libri ha scritto?
“Ho scritto tredici libri, tre sono sulla mia vita: A piedi scalzi nel kibbutz, Ho fatto un sogno e Mamma Miriam”.

       La visita di Masal Pas Bagdadi ci è piaciuta molto e l’abbiamo trovata molto interessante. Alla fine Masal ci ha insegnato una bella canzone sulla pace in israeliano che era composta da tre parole: Hevenu Shalom Alechem che vuol dire  Abbiamo Portato La Pace A Voi.

Cantiamo insieme!

CLICCA QUI SOTTO

(=Abbiamo portato la pace a voi) 

di Mickael 
       Il giorno 24 febbraio la scrittrice Masal Pas Bagdadi è venuta nella nostra classe a raccontarci della sua vita, noi le abbiamo fatto alcune domande, ecco le mie:

Cosa si ricorda all'epoca in cui viveva nel kibbutz?

<<Mi ricordo quando mi regalarono una bambola con la testa rotta. Io l'ho riparata, poi mi sono detta: le cose si possono aggiustare, anche le cose della testa, ovvero i pensieri.
Questo pensiero della mia infanzia mi ha permesso di guarire anche le ferite psichiche dovute alla separazione da mia madre e dalla mia famiglia.>>

Che cosa pensava su quell'aereo che la portava a Tel Aviv?

<<Mi sono trovata nel cortile della nostra casa a Damasco, nel ghetto. Era l'ora del tramonto, davanti a me la sagoma di Rachel, la sarta che stirava con il ferro a vapore. Cantava e diceva che si sarebbe sposata solo a Gerusalemme.
I suoi sogni ad occhi aperti consideravano tutta la nostalgia degli ebrei in esilio.>>

Com'era il ghetto?

<<Un cortile dove vivevano quattro o cinque famiglie. I venditori arabi arrivavano ogni venerdì con frutta e verdura , ricordo il profumo intenso dei meloni e delle susine matura. Scorrazzavano liberi, perché il pericolo veniva dall'esterno e non dall'interno.
Eravamo una grande famiglia allargata. Vivo ancora di rendita di quei primi cinque anni, perché mi hanno fatto sempre sentire viva e amata.>>

Come fu invece il kibbutz?

<<Anche nel kibbutz vivevo un'esistenza collettiva, in sicurezza. Il nemico era fuori. Allora c'era un'idea molto forte intorno alla salvezza dei bambini. Oggi in Siria i bimbi sono usati come scudo. Li fanno esplodere.>>

Ma è più importante la vita della mente o quella dei fatti reali?

<<Mi intriga molto la mente, anche se tu devi sapere dove e cosa fai. I sogni dominano davvero la nostra vita reale. Quando sono andata in kibbutz, sola, senza famiglia e senza sapere la lingua, questa è la parte che mi ha salvata. Non il cibo. Non volevo mangiare. Volevo morire. Per sopravvivere realmente ho dovuto camminare su due binari diversi.>>

        La visita di questa scrittrice mi è piaciuta molto e ho trovato interessante ed emozionante tutto quello che ha raccontato sulla sua vita. È difficile pensare alla sua infanzia piena di sofferenze,  ma nonostante tutto ha avuto una grande forza e un grande coraggio per superare tutto ciò.

Valutazione con stellette
*****su*****

                                                          
 Articolo
                                             di Francesca
 
       Il giorno 24 febbraio la scrittrice ebrea Masal Pas Bagdadi è venuta nella classe prima C della scuola "Santa Caterina da Siena" a raccontare la sua vita, la classe ha fatto domande e interagito con l’ospite.
      Masal Pas Bagdadi nel 1946 aveva cinque anni e scappò dal suo paese d’origine, la Siria, per andare con la sorella maggiore di nome Noemi in Israele. Masal rimase molto traumatizzata per  l’ allontanamento dalla madre e dalle amicizie che aveva nel kibbutz in Siria.
      Appena arrivate in Israele però,  la sorella dovette lasciare il paese e Masal rimase in affidamento ad una famiglia che era  gentile ma non molto affettuosa nei  suoi confronti,   e per questo sentiva sempre di più la mancanza della mamma e della sorella maggiore.
      Quando Masal diventò più grande sì sposò con Marco un ragazzo italiano,  si trasferirono a Milano, e Masal decise di aprire  un asilo basato sugli  stessi principi del kibbutz, dove venivano aiutati i bambini in difficoltà con la psicoterapia.
       Masal  è in grado d’ interpretare i sogni, è stato molto divertente quando in classe la nostra compagna Marian ha raccontato il suo sogno e Masal lo ha spiegato in modo approfondito.
      Questa giornata è stata interessante e commuovente e ci ha permesso di conoscere  Masal, una persona intraprendente che è riuscita ad affrontare e superare le difficoltà della vita con spirito e coraggio.