mercoledì 30 marzo 2016

LE LISTE E LE FRASI ORGANIZZATRICI

Come presentare una lista in modo chiaro e organizzato?


Il paragrafo per enumerazione
ESEMPIO 
     
Su la Repubblica del 24 dicembre 2012 
Perché il 23 dicembre si è verificato un tramonto  spettacolare, lungo e rosso, che  ha incantato mezza Italia?
"Il 23 dicembre in mezza Italia si è verificato un tramonto spettacolare perché sono intervenuti quattro fenomeni contemporaneamente. Il primo è stato il cielo sereno, senza nuvole. Il secondo è che ci troviamo a ridosso del solstizio d'inverno e il sole è per un lungo tempo basso sull'orizzonte. Quando è allo zenith la luce per raggiungerci attraversa l'atmosfera per 10-15 chilometri, quando è al tramonto 150-200. Più strada fa e più è probabile che produca un colore rosso. Il terzo fenomeno che si è verificato ieri è stata la presenza di cirri. Sono nubi che sostano molto in alto, a circa 10 chilometri di altitudine e per questo sono composte da particelle di ghiaccio iridescenti che conferiscono loro quel bel colore viola. Il quarto fenomeno che si è verificato ieri è stato infine la evidente presenza in atmosfera di particolato, quello inquinante dovuto alle attività umane, ma anche quello naturale come gli aerosol marini, che ha colorato il cielo di rosso".
              Osserviamo:
FRASE ORGANIZZATRICE DI TIPO CONTATORE:
Sono intervenuti quattro fenomeni contemporaneamente. 
I QUATTRO ELEMENTI DELLA LISTA  INIZIANO CON UN NUMERO:
Il primo è stato il cielo sereno, senza nuvole.
Il secondo è che ci troviamo a ridosso del solstizio d'inverno e il sole è per un lungo tempo basso sull'orizzonte. Quando è allo zenith la luce per raggiungerci attraversa l'atmosfera per 10-15 chilometri, quando è al tramonto 150-200. Più strada fa e più è probabile che produca un colore rosso.
Il terzo fenomeno che si è verificato ieri è stata la presenza di cirri. Sono nubi che sostano molto in alto, a circa 10 chilometri di altitudine e per questo sono composte da particelle di ghiaccio iridescenti che conferiscono loro quel bel colore viola.
Il quarto fenomeno che si è verificato ieri è stato infine la evidente presenza in atmosfera di particolato, quello inquinante dovuto alle attività umane, ma anche quello naturale come gli aerosol marini, che ha colorato il cielo di rosso".

Osserviamo  l'uso del "punto" dopo la frase organizzatrice e tra ogni elemento della lista.

Se gli elementi della lista fossero stati più brevi, sarebbe stato possibile usare  "punto e virgola" e se fossero stati brevissimi la "virgola". In questi due casi, dopo la frase organizzatrice, si userebbero generalmente  "i "due punti".
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RISCRIVIAMO IN MODO COMPLETO E ORGANIZZATO I DUE PARAGRAFI SEGUENTI, RISPOSTA ALLE DOMANDE CHE LI PRECEDONO.
1.
Da che dipende l’altezza delle onde dei mari e dei laghi?
Dalla forza del vento e poi dalla durata del vento e infine dall’ampiezza del  fetch (la superficie  su cui batte il vento).
2.
Perché il mare a capo Horn è molto pericoloso?
Ci sono le onde che vengono  dall’ Oceano Atlantico e dall’Oceano  Pacifico, incrociandosi. C’è sempre la nebbia. Intorno al Polo Sud c’è il fetch più grande della terra dato che il vento gira intorno al polo Sud. Poi ci sono alcuni bassi fondali. Poi ci sono grandi  iceberg provenienti dall'Antartide.

COSTRUZIONE DI UN TESTO

Inizio e fine collegati
Morale scherzosa


di Beppe Severgnini

                                            dal Corriere della Sera, 31 marzo 2016

Nel New Jersey intendono multare i pedoni che camminano con gli occhi sul telefono (50 dollari). Se insistono, la proposta è metterli in prigione (fino a 15 giorni). Con o senza telefono: non è dato sapere.
I legislatori vogliono intervenire perché gli incidenti mortali pedonali aumentano: nel solo New Jersey, 170 nel 2015. Negli USA – scrive il Washington Post – ci sono stati 2 milioni di pedoni feriti durante l’anno 2010 a causa dello smartphone (ultimo dato nazionale disponibile, triplicato rispetto al 2004). 

In America li chiamano “digital zombies”. In Italia non abbiamo né un nome né un numero: quante sono le vittime pedonali del telefono? Non poche, presumibilmente. Alla cattiva abitudine di camminare con la musica negli auricolari, s’è aggiunto l’uso massiccio dei social: chi sta litigando via Whatsapp non è molto attento a dove mette i piedi.

Chi non ha mai rischiato di investire un pedone assorto nella sua bolla telefonica? Chi non è mai inciampato o caduto mentre controllava un messaggio? Apro le confessioni: tre giorni fa, a Milano, ho rischiato di investire una ragazza che ha ignorato il rosso pedonale in viale Romagna:  ha attraversato una grande strada di scorrimento senza alzare la testa, come se andasse dalla camera al bagno. Qualche anno fa, a Cracovia, sono rotolato dalle scale dell’Istituto di Cultura (senza conseguenze, per fortuna). Un posto esotico per un incidente: ma questo non riduce la mia stupidità.

Perché stupidi o geniali non sono gli strumenti, ma le persone che li usano. Prendete Alessandro Bordini, 31 anni, non vedente in seguito a un incidente. Nel 2012 s’è inventato “Light the planet”, illumina il pianeta, un viaggio intorno al mondo per dimostrare che la solidarietà tra gli uomini è garanzia di indipendenza e mobilità. La sua storia l’ho appresa da un racconto di Federico Taddia su “La Stampa”. Alessandro, tra il 2013 e il 2015, è andato dall’America del Nord alla Nuova Zelanda, dalla Russia asiatica alla Terra del Fuoco: affidandosi all’iPhone che, grazie a un software integrato per non vedenti, gli ha permesso accedere a Internet, usare i social network, girare video e scattare fotografie (“Beh, sulle foto non posso garantire il risultato: mi affido all’istinto”).

Più lungimirante un ragazzo senza vista di tanti zombie senza testa. Siete d’accordo, spero.

ORA SCRIVO IO: Descrivo scene di persone che usano smartphone.

martedì 29 marzo 2016

sabato 26 marzo 2016

MARIAN'S STORY



 
Nella foto ci sono io insieme a Youanna, a mio fratello Giorg e a Andrew; questa foto ce l'hanno scattata la notte prima di ripartire in Turchia: quella notte era fatta di risate e pianti, Youanna è un'amica fantastica! Andrew è un ragazzo tuttora allegro e protettivo nei miei confronti e Giorg... è una peste dispettosa, sempre comico!


Un mare di tristezza e nostalgia

                                        di Marian
 
La zattera che piange

     Urla, pianti... Ho tanto freddo, ho fame, ho paura; sono accovacciata stringendomi a me stessa cercando di avere meno freddo,  ma è tutto inutile!
     Io, mia mamma e i miei due fratelli siamo in una specie di zattera con più di otto madri e almeno quindici o sedici bambini: alcuni piangono, altri urlano, mentre i bambini un po' più grandi stanno in silenzio abbracciati alle loro madri... Mentre io essendo forse una delle più grandi sto sola rannicchiata in un "angolo" della zattera.
     Mia mamma abbraccia Daniel il più piccolo, invece l'altro mio fratello minore (più piccolo di me di due anni) le sta vicino mentre mangia un pezzo di pane bagnato dall'acqua salata del mar Egeo. Per noi quello era il massimo che possiamo avere come pasto; avevamo tutti quanti molta molta fame, non mangiavamo da almeno tre giorni, avevamo anche tanta sete, non c'era acqua per tutti. Il mio unico desiderio in quel momento era proprio acqua: fresca e dissetante, mi bastava solo quello; nulla di più!
     Sono arrabbiatissima con Tutto il mondo! "Non voglio più vivere!!" Penso con le lacrime agli occhi che neanche si distinguono dall'acqua che avevo addosso: sono fradicia di acqua salata: per colpa di un colpo di vento violento che si era scatenato un po' di ore prima io e un ragazzo poco più grande di me siamo caduti dalla zattera, visto che sia uno sia l'altro eravamo nell'angolo di quel pezzo di legno galleggiante! Quindi quei due o tre stracci che ho addosso sono bagnati e ho ancora più freddo di quanto ne avevo prima di essere caduta.
     Una giovane mamma (avrà più o meno venti, massimo trent'anni) mi ha dato una coperta piccolina che copre le spalle; in quel momento non mi ero sentita tanto al caldo in quella maledettissima situazione: dopo un po' gliela ridò perché ho visto un piccolo bimbo che piangeva tra le sue braccia.
     Questa signora era solo con suo figlio che mi sorrideva: il suo sorriso non sembra quello di una donna della sua età, sì sembrava più grande; tutti sembriamo più grandi perché le nostre facce sciupate dal sonno e dalla paura ci facevano vedere ragazzi e donne con rughe di stress. Mentre una donna sembra più giovane di qualche anno perché si cura il viso, a me questa volta capita il contrario.

 La porta sbagliata

     Nella zattera ci sono solo tre uomini: mio zio, un papà anche lui abbastanza giovane e il ragazzo che era caduto con me, che, anche se ha solo diciassette anni comunque è il più grande tra i ragazzi presenti. Si chiama Andrew, ha una sorella della mia età, di nome: Youanna, ci siamo conosciute a Damasco: quando io e la mia famiglia siamo andati a trovare i nostri parenti; la famiglia di Youanna abitava nella casa di fronte e io a quell'epoca
 avevo solo sei o sette anni, per errore ho bussato alla porta sbagliata... Andrew aveva aperto la porta (aveva undici o dodici anni) e come se mi conoscesse mi saluta e mi presenta a Youanna. Anche lei aveva sette anni (o sei): da quel momento abbiamo cominciato a giocare: avevamo molte cose in comune quindi non ci siamo più lasciate!
       E riguardo ai miei parenti che abitavano nella porta opposta ci hanno accolto le mie cugine che conoscevano Andrew e Youanna quindi con il permesso dei loro genitori, hanno
fatto entrare anche loro due. Mio fratello andava d'accordo con Andrew anche se avevano sei anni di differenza; a tutti e due piacevano molto i videogames.
     Dopo due anni che io e Youanna ci conoscevamo, ho dovuto ritornare in Turchia, esattamente a Istanbul,  perché era cominciata la guerra contro i pochi cristiani che vivevano in Siria tra i quali  i nostri parenti e la famiglia di Andrew...

      Non ci siamo più visti per cinque anni fino all'estate dell'anno scorso. Io e la mia famiglia siamo andati nella casa che avevamo ad Aleppo dove  abitavano alcuni altri nostri parenti e guarda caso anche la famiglia di Andrew, che si era trasferita poco tempo dopo la guerra. Quando ho rivisto Andrew vedevo un ragazzo alto e con il viso più bello che avessi mai visto, mentre Youanna era diventata una signorina splendida... Mentre ora vedo due ragazzi impauriti, arrabbiati e tristi allo stesso tempo per colpa dell'improvvisa guerra! Vedo anche visi sciupati e assonnati, corpi magri e ossuti... Quanto avrei voluto morire annegata invece di vedere ragazzi innocenti soffrire con addosso abiti strappati, capelli sporchi e rovinati. Ragazzi abituati a vivere nel lusso e nella tranquillità che hanno facce ricoperte di lacrime di dolore...
     Attorno non vedevo altro che mare; ma non blu come dovrebbe essere, ma un mare nero/grigio per il riflesso delle nubi cariche di lacrime... E vedo persone: persone rannicchiate su se stesse e anche loro cariche di lacrime e dolore, o meglio; rabbia, freddo, fame e soprattutto innocenza!

 Grecia grigia... Arriviamo!

     Passano ore, passano urla e pianti; finalmente vediamo in lontananza la terra, vediamo la salvezza dritta in faccia e la sentiamo che ci asciuga le lacrime con il suo calore, vediamo la Grecia: tutti i giovani cominciano a buttarsi in acqua quindi anche io, ci mettiamo dietro la zattera prendendola da dietro e cominciamo a sbattere le gambe contro l'acqua con tutte le forze che abbiamo in corpo, sono in mezzo a Andrew e a Youanna che mi guardano con faccia grintosa. Avanziamo abbastanza velocemente pur essendo in sette ragazzi e più di trenta persone a bordo della zattera.
     Io e Youanna facciamo cambio con altre due ragazze e subito ci danno due coperte, abbiamo entrambe le gambe a pezzi e per riposare e riscaldarci ci mettiamo una accanto all'altra con le facce sorridenti per la soddisfazione. Guardiamo entrambe Andrew che continua a sforzarsi al massimo per far andare avanti tutti noi. Dopo un po' sale anche lui nella zattera facendo cambio con un giovane papà. Continuiamo a fare cambi per andare a nuotare, passano circa due o tre ore e Finalmente ci avviciniamo a passi da gigante alla costa greca!! Non ero stata così felice e stanca in vita mia!

     Alla costa ci sono parecchi uomini che trascinano intere famiglie con un solo braccio e tutti noi più giovani prendiamo alle nostre spalle i bambini e corriamo verso la spiaggia rocciosa per tirarci in salvo mentre le donne con le loro ultime forze rimaste in corpo nuotano anche loro verso la salvezza.
     Io, Andrew, Youanna e i miei fratelli continuiamo a correre finché alcuni uomini ci portano dell'acqua e degli avanzi di cibo; per prima cosa prendo più acqua possibile per portarmela dietro, Andrew prende in un sacchetto di carta gli avanzi e in fine Youanna prende tre coperte. Le nostre madri ci raggiungono e prendono alcuni bimbi in braccio e
 per mano, strada facendo un uomo ci chiede in inglese quanti anni avessimo per dividerci

nei camion: tra i dieci ai trenta venivano portati in un camion con altri giovani; dai nove in giù andavano in un altro camion con le persone che superano i trent'anni. Io dico di avere dodici anni, il ciò è vero, Youanna ne dice anche lei dodici, Andrew diciassette e poco prima avevo detto a Giorg (l'altro mio fratello minore) di dire che ha nove anni anche se ne ha dieci in modo tale da farlo rimanere con mia mamma e Daniel, lui mi ha obbedito e lo portarono immediatamente da mia mamma, mentre io e gli altri ragazzi ci hanno mandati

 in un camion più piccolo dato che siamo di meno. Ho chiesto se avrei rivisto mia mamma e i miei fratelli; l'uomo mi ha detto che è probabile, mi sono preoccupata, poi Andrew ha chiesto allo stesso uomo dove siamo diretti, lui non ha risposto e mi sono preoccupata ancora di più...

 Il viaggio al buio

     Noi tre ci siamo messi tutti vicini; sento le braccia di Andrew alle mie spalle e la sua testa appoggiata alla mia, sento le mani di Youanna sui miei fianchi, sento un grande amore caloroso tutto attorno grazie a loro e lasciavamo il mondo da parte finché non sento una ragazza più grande di me urlare... Mi spavento molto e spingo via Youanna, Andrew sta dormendo; e vedo questa ragazza con la gamba che sanguina; le chiedo che le era successo e lei mi risponde singhiozzando che una bottiglia di vetro si era rotta non sapendo come era successo, io vedo un frammento infilato nella sua coscia, mi scaravento da Youanna dicendole di darmi subito un panno e dell'acqua; prendo l'acqua e lei mi segue con una maglietta; io verso un po' d'acqua sulla gamba lavandole il sangue e Youanna mi passa una metà della maglietta che aveva strappato due secondi fa e io tentando di avvolgerla nella ferita la ragazza mi mette le mani nelle spalle per cercare di capire dov'ero dato che nel camion era buio, le lego con un doppio nodo la maglietta; abbastanza stretta da fermare il sangue. Andrew si sveglia e si accorge che non ero tra le sue braccia (non so come non se ne era accorto, dorme come un ghiro) viene da me preoccupato e vediamo la ragazza priva di sensi e lui comincia a prendere a pugni il lato del camion urlando all'autista di fermarsi, io e Youanna non siamo le sole ad aver aiutato la ragazza; infatti, era venuto anche un ragazzino credo della mia età con uno straccio che serve a pulire tutto il sangue. Dopo solo dieci secondi che Andrew ha continuato a prendere a pugni il camion l'autista si ferma e apre lo sportello un uomo prende in braccio la ragazza e la porta fuori dal camion scavalcando tutti noi, questa riprende i sensi e immediatamente Youanna le porta dell'acqua; la ragazza si riprende, la vedo e vedo un viso pallido con gli occhi socchiusi... La situazione finisce e riprendiamo il cammino, sono passate più o meno cinque ore e senza che il camion si fermi; io, Youanna e Andrew abbiamo dormito circa tre ore così per passare il tempo senza
 annoiarci: non ho dormito meglio in tutto questo lungo e tragico mese... Andrew mi stringe tra le sue braccia e invece Youanna sta appoggiata a me su una spalla.
     Passano otto ore di viaggio, mi sveglio e sveglio Youanna: sono le 20:30 (credo) è buio, anche Andrew si sveglia sorridendomi e offrendomi un pezzo di pane alle olive. Youanna chiede: "Dove siamo? Le nostre mamme?". Mi preoccupo anche io delle domande che ha fatto; Andrew risponde inquieto:"Non lo so... Ma spero che loro stiano bene". "Anche io spero che stiano bene. Anche io vorrei sapere dove siamo..." Dico con l'ansia nella voce.
     Noi tre ci mettiamo di nuovo uno vicino all'altro per non avere tanto freddo e cominciamo a raccontarci storie, Andrew mi chiede continuamente com'è la Turchia e io non li rispondevo più di così: "Istanbul è sicuramente meglio di questo posto ma peggio perché di là non avevo voi vicini come ora" lui sorride e mi ringrazia. Mentre Youanna mi
 ricorda un fatto che noi tre sicuramente non ci dimenticheremo Mai cioè: <<La giornata

 selfie>> ,- quel giorno era caldo; talmente caldo che le nostre famiglie decisero di andare in un club dove Youanna faceva nuoto: siamo rimasti là dalle 11:00 del mattino all'01:40 della notte, per noi era normale dormire tardi, perché l'abbiamo chiamata così? Perché noi tre non facevamo altro che farci delle foto e non facevamo altro che ridere e divertirci!- . Mentre Youanna racconta io piango dicendo:"Perché?! Noi che abbiamo fatto di male per meritarci questo!? Stavamo così bene là siamo innocenti; non ce lo meritiamo!''
     Andrew mi stringe e Youanna mi asciuga le lacrime facendomi una faccia davvero strana per farmi ridere; infatti lei mi ha sempre stappato un sorriso.
     Passa circa mezz'ora e l'autista si ferma e apre lo sportello del camion dicendoci di scendere che siamo arrivati...

 La tenda di fango

     Noi tre e gli altri scendiamo e immediatamente chiedo dove siamo. Lui mi risponde che siamo un po' vicini dal confine tra la Grecia e la Macedonia: vedo tende, moltissime tende sporche di fango, vedo donne che piangono; anche loro sporche dalla testa ai piedi, vedo bambini silenziosi accovacciati vicino ad una tenda che mangiano del cioccolato, vedo fango e intere pozze d'acqua piovana, vedo un muro in lontananza alto; molto alto e vedo dei ragazzi che come scimmie tentano di arrampicarsi in quel muro per scavalcarlo, vedo delle guardie con le uniformi che cercano di prendere i ragazzi che si stanno arrampicando, vedo ragazze che urlano disperate contro un corpo che dorme. Insomma vedo le conseguenze della guerra in faccia; letteralmente!
     Un signore ci dice di sistemarci in una tenda che ci indica qualche metro più lontana di noi, camminiamo e vedo altre tende; tra cui la "nostra": è abbastanza grande e come le altre è ridotta male, Youanna ha con se le coperte che aveva preso prima del lungo viaggio, le mette dentro e ci dice di entrare; entriamo e per prima cosa bevo dell'acqua; ho tantissima sete e ho anche abbastanza fame quindi Andrew ci dà delle focacce.

     Dopo aver mangiato si sono fatte le quattro del mattino e ancora nessuno dei tre si è informato sulle nostre madri "Dove sono le nostre madri?! Sono tre ore che le aspettiamo!" Urla Andrew, gli uomini non ci rispondono e io non sono stata così preoccupata e ansiosa!
     E' ovvio che passata la notte ci siamo detti che forse loro sono altrui e speriamo che loro stanno bene, devono star bene!

 Il fiume di sangue
 Dormiamo e all'improvviso sentiamo delle urla sta volta non era una o due donne; sono degli uomini che urlano; Andrew esce dalla tenda correndo, sono le sei del mattino; anche io esco preoccupata,corro e vedo degli uomini vicino ad una guardia vicino al muro, uno senza metà braccio: vedo una pozza di sangue e la cosa che mi preoccupa è il fatto che non vedo l'avambraccio (anche se l'avrei visto mi avrebbe fatto molto senso ma almeno mi avrebbe rassicurata) che ha perso l'uomo, vedo il braccio e vedo il nervo strappato come un filo, vedo l'osso rosso ma non solo la parte alta vedo tutto l'osso (compreso l'osso dell'avambraccio) quindi penso che si sia strappata solo la carne e la mano... Mi guardo attorno e vedo una scia di sangue e vedo il muro con del sangue che si prolunga per più della metà, è come se vedessi una montagna in cui si sta formando un fiume di sangue... Vedo pezzi di nervo e la mano incastrati tra il filo che ha spine lunghe circa cinque cm! Mi sento male: ho la nausea e un terribile mal di testa per la paura... Dico ad Andrew che ritorno nella tenda perché non mi sento per niente bene, lui annuisce e mi abbraccia dicendomi che non mi devo preoccupare. Cammino verso la tenda con un tornado nella testa e dopo... Il nulla: zero, tutto nero, non sento nulla, non vedo nulla; avevo perso i sensi...

     Poco dopo mi risveglio con un dolore al braccio sinistro e vedo Andrew e Youanna che mi urlano addosso, mi guardano sorridenti e li saluto come se nulla fosse, mi chiedono chi sono e io dico il loro nome, Youanna mi abbraccia stretta al suo petto e Andrew mi dice che ero svenuta e che ho sbattuto il braccio contro il palo di ferro che sorregge la tenda.

     Mi aiutano ad alzarmi e vedo il mio braccio verde per la botta; sono tutta sporca di fango e Andrew mi prende il braccio e lo appoggia alle sue spalle, mi sento strana come se non sapessi esattamente dove siamo e mi chiedo "Sono al confine della Grecia? Sì. Sono appena svenuta? Sì. Ho un braccio verde? Sì." mi sono rassicurata e vedo ancora alle mie spalle l'uomo che ha perso metà braccio e ipotizzo che sia accaduto quel accidente forse perché ha tentato di scavalcare il muro e magari scivolando è successo tutto ciò...
     Sono dentro la tenda con Youanna che mi continua a chiedere come sto: " Io sto bene! Tranquilla!" insisto, "E il braccio?" non smette di farmi male ma so che passerà. Mi da un bicchiere d'acqua e mi mette addosso una coperta.
   Ognuno pensa per sé
     Ho mal di testa e fame, chiedo a Youanna se è rimasto qualcosa da mangiare, lei mi dice di no e mi preoccupo per il fatto che se magari staremo a lungo in quel posto senza né cibo né acqua! "Andiamo a chiedere se hanno del cibo e ci inventiamo una scusa per farcelo dare se no qui moriremo di fame!'' le dico, annuisce ed esce dalla tenda, si sporca di fango e
 se ne va da alcune guardie zoppicando, anche io esco mi strappo la manica del braccio che mi fa male e la raggiungo "Signori, avete del cibo per due ragazzine ferite come noi? Non mangiamo da molti giorni...", facciamo, loro guardano il braccio e per prima cosa mi danno una bottiglia di vetro bianca; ghiacciata "Mettila sul braccio questa." , poi un'altra guardia
 tira fuori una tavoletta di cioccolato e una focaccia al pomodoro: solo a vederla mi viene voglia di addentarla!
     Prendo la bottiglia e l'appoggio al braccio mentre Youanna prende il cibo e ringraziamo con gli occhi lucidi e cominciamo a camminare verso la tenda, Andrew ci raggiunge e si complimenta con le sottoscritte per aver preso del cibo.
     Andrew porta con sé un accendino e dei rami presi da un cespuglio pochi metri lontano dalla tenda "Con questa accendiamo un fuoco per riscaldarci", io e Youanna ridiamo per la scena che ha fatto per farci dare le provviste "Dovevi vederti sembravi proprio una disperata, sei una brava attrice!" so bene che non è giusto ma qui ognuno pensa per sé, infatti prima Andrew era andato a chiedere ad un uomo una coperta e lui "NO! VATTENE RAGAZZINO!" , certo che c'è gente proprio crudele ed egoista...
     Raggiungiamo la tenda e subito Youanna mette la focaccia in un sacchetto di carta per non farla raffreddare troppo ed io metto la bottiglia vicino alla barretta di cioccolata per non farla sciogliere ''Tieniti quella bottiglia nel braccio! Ti fa bene'' mi fa Youanna, ''Io preferisco addentarla la cioccolata non berla!'', ridiamo. Andrew è fuori dalla tenda che cerca di accendere il fuoco; fortunatamente non c'è vento quindi non è difficile accenderlo.
     Pochi minuti dopo Andrew riesce ad accendere il falò, ci chiama e noi tre ci mettiamo rannicchiati accanto al fuoco mentre riscaldiamo un pezzo di focaccia per poi mangiarla; sono le tre del pomeriggio fa freddo per essere l'inizio della primavera e dopo aver mangiato e riposato ci alziamo per sgranchirci le gambe e andiamo a far una passeggiata

 anche se non c'è nulla di bello da vedere; ma se stiamo seduti rischiamo di non alzarci più per colpa delle gambe indolenzite!

    Abbiamo ospiti 
     Ormai non mi fa più tanto male il braccio e so che dopo aver riposato avrò le forze necessarie per affrontare il giorno dopo, Youanna, Andrew ed io continuiamo a camminare
 finché non vediamo due camion diretti verso di noi: questi carichi di mamme e bambini, "Forse in uno di quei camion ci sono le nostre mamme!" grido contenta e noi tre ci
 guardiamo e cominciamo a correre verso quei camion sperando di trovare veramente le nostre madri e i miei fratelli...
     Raggiungiamo il primo camion e cerchiamo di vedere la gente a bordo "Qui non ci sono!" grida Andrew, allora ci dirigiamo direttamente verso l'altro camion e cominciamo a vedere "Sono qui! Sono qui! Venite!" urla Youanna, io e Andrew andiamo da loro e le abbracciamo e subito dopo prendo in braccio Daniel; mi mancava moltissimo il suo visetto da angelo! Poi aiuto a far scendere Giorg dal camion poi Andrew aiuta mia mamma e Youanna la sua.
      "Che meraviglia vedervi!!" gioisco e abbraccio Giorg, gli chiedo subito dove erano stati per così tanto tempo (sono passati tre giorni che non li vedevamo): "Ci avevano portati in un altro accampamento, ma poi ci hanno trasferito perché c'erano state  tre uccisioni quindi era
troppo pericolo per i bambini'', ''Ma voi state bene?'' chiede preoccupata Youanna. Guardo
 mia mamma e non sembra che abbia ferite o nulla del genere; poi guardo Giorg: lui ha un ginocchio sbucciato, nulla di che e in fine guardo la mamma di Andrew e Youanna; neanche lei sembra ferita ma noto che è particolarmente pallida e le porto dell'acqua.
     Poi do uno straccio umido a Giorg e Andrew fa "accomodare" le nostre mamme nella tenda, mi siedo vicino a mia mamma e le metto sopra una coperta.
     Un attimo dopo mi alzo e chiamo Andrew e Youanna per dire che non devono assolutamente dire a nessuno che ero svenuta perché se no si sarebbero preoccupati molto per  me, ma non ce n'era bisogno...
       Il giorno passa velocemente, ora fa buio prima, ho riposato e mi sento abbastanza in forze per affrontare il giorno che mi aspetta....
     Dentro  ognuno di noi c'è sempre rabbia, tristezza, gioia e soddisfazione delle cose che facciamo; ma, ci sono persone che hanno solo un piccolissima parte di gioia e di compassione verso la gente che le circondano: queste persone sono i soldati alleati dell'ISIS; kamikaze, bombardieri, tutti coloro che non hanno il diritto di uccidere gli altri!
     Anche le persone solo interessate alla ricchezza di un Paese non hanno il diritto di prendere il dono naturale del paese!
      Tutti noi speriamo nella salvezza e nella pace... Basta!  Non ce la facciamo più!