mercoledì 30 marzo 2016

COSTRUZIONE DI UN TESTO

Inizio e fine collegati
Morale scherzosa


di Beppe Severgnini

                                            dal Corriere della Sera, 31 marzo 2016

Nel New Jersey intendono multare i pedoni che camminano con gli occhi sul telefono (50 dollari). Se insistono, la proposta è metterli in prigione (fino a 15 giorni). Con o senza telefono: non è dato sapere.
I legislatori vogliono intervenire perché gli incidenti mortali pedonali aumentano: nel solo New Jersey, 170 nel 2015. Negli USA – scrive il Washington Post – ci sono stati 2 milioni di pedoni feriti durante l’anno 2010 a causa dello smartphone (ultimo dato nazionale disponibile, triplicato rispetto al 2004). 

In America li chiamano “digital zombies”. In Italia non abbiamo né un nome né un numero: quante sono le vittime pedonali del telefono? Non poche, presumibilmente. Alla cattiva abitudine di camminare con la musica negli auricolari, s’è aggiunto l’uso massiccio dei social: chi sta litigando via Whatsapp non è molto attento a dove mette i piedi.

Chi non ha mai rischiato di investire un pedone assorto nella sua bolla telefonica? Chi non è mai inciampato o caduto mentre controllava un messaggio? Apro le confessioni: tre giorni fa, a Milano, ho rischiato di investire una ragazza che ha ignorato il rosso pedonale in viale Romagna:  ha attraversato una grande strada di scorrimento senza alzare la testa, come se andasse dalla camera al bagno. Qualche anno fa, a Cracovia, sono rotolato dalle scale dell’Istituto di Cultura (senza conseguenze, per fortuna). Un posto esotico per un incidente: ma questo non riduce la mia stupidità.

Perché stupidi o geniali non sono gli strumenti, ma le persone che li usano. Prendete Alessandro Bordini, 31 anni, non vedente in seguito a un incidente. Nel 2012 s’è inventato “Light the planet”, illumina il pianeta, un viaggio intorno al mondo per dimostrare che la solidarietà tra gli uomini è garanzia di indipendenza e mobilità. La sua storia l’ho appresa da un racconto di Federico Taddia su “La Stampa”. Alessandro, tra il 2013 e il 2015, è andato dall’America del Nord alla Nuova Zelanda, dalla Russia asiatica alla Terra del Fuoco: affidandosi all’iPhone che, grazie a un software integrato per non vedenti, gli ha permesso accedere a Internet, usare i social network, girare video e scattare fotografie (“Beh, sulle foto non posso garantire il risultato: mi affido all’istinto”).

Più lungimirante un ragazzo senza vista di tanti zombie senza testa. Siete d’accordo, spero.

ORA SCRIVO IO: Descrivo scene di persone che usano smartphone.