di Andrea
1) IDENTIKIT
Autore: Jules Verne
Titolo: Viaggio al centro della Terra
Casa Editrice: Giunti
Anno di pubblicazione: 2003
2) TRAMA
In un antico libro dl 500 il professore
Lidenbrock di Amburgo scopre una pergamena lasciata dallo scienziato islandese
Arne Saknussemm. Trovata la chiave di lettura decide di partire con Axel, il
nipote e Hans, la guida islandese per una spedizione nel cuore dello Sneffels,
vulcano islandese sento da più di 500 anni. Un viaggio di migliaia di
chilometri “sotto la scorza terrestre” fra pericoli che si affrontano tra
risoluzioni fantasiose paesaggi incredibili, mostri preistorici, fenomeni
naturali inimmaginabili in un percorso alla scoperta di luoghi misteriosi, propri tipici del passato
dell’umanità, per un’intuizione geniale del professore Lidenbrock, che usa in
suo favore la pressione del sottosuolo e la lava incandescente, i protagonisti
riusciranno ad essere sbalzati fuori dalla bocca dello Stromboli in fiamme.
3) DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO pag. 7-8
“durante
il suo rapido passaggio aveva gettato in un canto il suo bastone dal manico a
schiaccianoci, sul tavolo il suo lungo cappello dal pelo arruffato” …
“Otto
Lidenbrock non era cattivo; ma a meno di cambiamenti poco probabili era
destinato a morire nei panni di un incorreggibile stravagante”.
“Professore al Johannaeum, teneva un corso di
mineralogia e si incolleriva almeno una volta o due al giorno durante le ore di
lezione, non si preoccupava affatto di avere scolari assidui e non badava alla
qualità della loro attenzione, né del successo che poteva ottenere: questi
particolari gli erano indifferenti. Egli insegnava soggettivamente secondo
un’espressione della filosofia tedesca per sé stesso e non per gli altri. Era
uno scienziato egoista, un pozzo di scienza nel quale la carrucola strideva
quando si voleva tirarne fuori qualche cosa: in una parola era avaro di sé
stesso “
“non aveva nemmeno un’estrema facilità di
pronuncia, non nell’intimità, ma quando parlava in pubblico, difetto spiacevole
quando parlava in pubblico!”.
4) DESCRIZIONE DEL LUOGO pag. 117-118
“Per
giorni e giorni pendenze più ripide alcune di una verticalità spaventosa ci
spinsero nel profondo del massiccio interno. In certe giornate si guadagnava da
una lega e mezzo a due leghe verso il basso. Discese pericolose durante le
quali l’abilità di Hans e il mirabile sangue freddo ci furono utilissimi…”
“Il
7 agosto le nostre discese successive ci avevano condotto ad una profondità di
30 leghe…il tunnel seguiva un piano poco inclinato”.
5) L’EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’ da pag. 106 a 109
Affaticati
dal lungo viaggio e terminate le scorte d’acqua Axel, disperato, voleva tornare
indietro, ma lo zio e Hans volevano continuare. Axel bevuto l’ultimo sorso d’acqua
dello zio si addormenta, quando all’improvviso scopre che Hans si è
allontanato. Teme che li abbandoni e fa mille brutti pensieri. Poi
all’improvviso Hans torna. Ha trovato l’acqua.
L’episodio
mi è piaciuto perché è un po' divertente nella sua disperazione. Finalmente
trovano l’acqua, ma è dietro una parete di granito e quando finalmente Hans,
rompendo il muro la fa uscire, è acqua bollente a 100°.
6) DIALOGO
Hans
si avvicinò a mio zio gli mise la mano sulla spalla e dolcemente lo svegliò.
Mio zio si alzò e disse: “Che cosa accade?” Hans rispose: “Vatten”.
“Acqua,
acqua!” gridava Axel.
“Acqua”
ripeteva mio zio.
“Hvar?”
domandò all’islandese.
“Nedat”
rispose Hans.
“Dove?
Là sotto!”.
7) COMMENTO OLISTICO (COMPLESSIVO) CON STELLETTE
*****
su 5
Casa editrice: Einaudi
DESCRIZIONE DI UN
LUOGO E DI UN PERSONAGGIO
di Giorgio
1. IDENTIKIT
Autore:
Art Spiegelman
Titolo:
MausCasa editrice: Einaudi
Anno
di pubblicazione: 2010
2.
EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’
Per capire l'episodio serve sapere che il
racconto ripercorre la storia di Vladek, un ebreo polacco, durante la seconda
guerra mondiale ed in particolare la sua vita come prigioniero in un vari campi
di concentramento e poi come rifugiato in varie famiglie. L’episodio che mi ha
colpito di più è stato quando Vladek deve essere spostato da un campo di
concentramento in Polonia ad una prigione in Germania perché i nazisti stavano
perdendo la guerra e non volevano lasciare prigionieri in Polonia. Questo
episodio è narrato dalla pagina 241 alla pagina 244. Per questo spostamento
Vladek e molti altri prigionieri vengono fatti viaggiare in un treno merci destinato
a cavalli o mucche. I prigionieri venivano ammassati in questi vagoni come
fiammiferi o come sardine. Il viaggio è stato molto lungo e pieno di sacrifici
dato non veniva dato loro nulla da
mangiare e da bere; se dovevano fare i loro bisogni, li facevano dove
erano. Però Vladek, ingegnoso, pensò bene di usare una coperta leggera che gli
era stata data e di fissarla su due ganci che aveva visto in quel vagone per
potersi sedere. In questo modo ha potuto sopportare meglio tutto il viaggio,
riuscendo a sopravvivere in quel terribile vagone merci.
3. SINTESI DELL'EPISODIO
L’episodio racconta di come Vladek, ebreo
polacco prigioniero dei nazisti, riesce astutamente a sopravvivere durante un
viaggio dentro un vagone merci malgrado le numerose difficoltà
4. PERCHE' MI E' PIACIUTO QUESTO EPISODIO
Questo episodio mi ha colpito in modo
particolare perchè anche nei momenti più difficili, come il terribile viaggio
in un treno merci molto affollato, Vladek non si è perso d'animo e ha
utilizzato il suo ingegno per migliorare le sua condizione. Questo mi ha fatto
capire che è bene cercare sempre di essere positivi anche nei momenti peggiori.
5. DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO E DI UN LUOGO
Premetto che il libro è una graphic novel
per cui ci sono molti disegni quindi i personaggi e i luoghi sono raccontati
attraverso i disegni.
A pag. 219 viene descritta la prigione
della moglie del protagonista in questo modo: “Baracca di Anja era forse
1000 ragazze con kapò cattiva chi colpiva tutte che si vicinavano”.
6. BREVE DIALOGO
Come descritto nel precedente paragrafo il libro è una graphic novel per cui ci sono molti disegni e i personaggi raccontano le loro storie con i fumetti.
Questo il dialogo tra
Artie (A), il figlio del protagonista e Vladek (V), il protagonista all'inizio
della storia a pag. 10. Nel dialogo non
ci sono virgolette in quanto i personaggi parlano nei fumetti
V: Vieni. Parliamo
mentre pedalo...
V: Pedalare è buono per
mio cuore. Ma dimmi, come va con te? Come vanno affari con tuoi fumetti?
A: Voglio ancora disegnare
quel libro su di te...
A: Quello di cui ti
avevo già parlato...
A: Sulla tua vita in
Polonia, e sulla guerra.
V: Ci vorrebbe tanti
libri per mia vita e comunque, nessuno vuole senire quelle storie.
A:Ma io sì. Inizia dalla
mamma... Dimmi come vi siete conosciuti.
V:Faresti meglio di
usare tuo tempo per disegni che ti fa guadagnare po' di soldi.
V:Ma, se vuoi, posso
raccontarti... Abitavo in Czestochowa, allora. Era piccola città vicino a
confine di Germania...
IDENTIKIT
AUTORE: Giuseppe Catozzella
TITOLO: Non dirmi che
hai paura
CASA EDITRICE: Feltrinelli
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014
PERCHÉ MI È PIACIUTO E INTERESSATO
Questo libro mi è piaciuto molto
perché parla di due argomenti molto importanti nel mondo contemporaneo, che
abbiamo già affrontato in classe con la professoressa di lettere: l’immigrazione
e il terrorismo.
Mi ha molto interessato il fatto che
Samia, la protagonista del libro, volesse partecipare in qualsiasi modo alle
Olimpiadi di Londra del 2012, tanto da affrontare un viaggio pericolosissimo
nel Sahara e poi imbarcarsi verso Lampedusa con un barcone di clandestini.
L’idea di arrivare in Italia per poi andare alle Olimpiadi di Londra e trovare
un allenatore sarà solo un sogno disperso nel Mar Mediterraneo.
LUOGO:
“All’arrivo a Pechino ero radiosa. Finalmente, a terra, ogni cosa era tornata
normale.
L’aeroporto era modernissimo, enorme e
spettacolare. Tutto vetro e acciaio, ci si poteva specchiare ovunque. L’opposto
di quello di Mogadiscio, che in confronto sembrava il bar di Taageere,
tutto legno e lamiere. Le porte a vetri si aprivano da sole , e riproducevano
l’immagine di tre sagome a disagio davanti a tutta quella tecnologia:
ascensori, scale mobili, ristoranti dai banconi lucidissimi, connessioni a
internet Wi-Fi, negozi di computer, macchine fotografiche, videocamere.
Siamo saliti sul taxi , io Abdi
dietro, e ci siamo diretti verso il
centro della città.
Grattacieli. Grattacieli ovunque, e
talmente alti che dall’alto non si riusciva a vedere le cime……”
Pagina
133 e 134
PERSONAGGIO:
L’autore del libro non fa una descrizione unica e precisa del personaggio
principale. In ogni caso la storia ruota attorno a Samia, una ragazzina somala proveniente
da Mogadiscio, molto ma molto magra e determinata che corre per la liberazione
della donna e del suo paese, la Somalia, una nazione dove parlano più le armi
che le parole.
EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ
L’episodio che mi ha colpito di più
è stato quando Samia, la protagonista, è in cortile, appena tornata dai suoi
allenamenti notturni. Vede un ombra in garage, entra e riconosce il “fratello” Alì, che era partito da tanti
anni. Alì racconta a Samia di essere entrato in Al-Shabaab e di aver ucciso lui
aabe, il papà di Samia. Dopo essersene molto pentito, si mette a piangere e lascia
alla famiglia lo hijab, cioè del denaro guadagnato durante gli anni in cui
aveva militato in Al-Shabaab.
Da pagina 149 a pagina 156
DIALOGO
“Non ho niente, lasciami ni pace, quegli sporchi
estremisti non hanno fatto proprio
niente,” ha bofonchiato senza neanche guardarmi, continuando a fissare la
terra.
“Quei due avevano
qualcosa negli occhi che sembrava innaturale ….” ho provato a dire.
“Per forza, erano
tutti drogati di khat, ” ha
risposto Alì.
Una pausa.
“Cos’è il khat?”
“E’ quello schifo di droga che Al-Shabaab dà ai miliziani.”
“Si drogano e poi vanno in giro a sparare?”
“No. È perché poi
devono andare in giro a sparare che gliela danno. La regalano ai più giovani,
così si abituano.”
“Sembravano persi, come posseduti da una forza maligna, “
ho detto tra me e me, sperando che quella sensazione passasse in fretta.
COMMENTO COMPLESSIVO OLISTICO
*****
SU 5
di Marta
1.
IDENTIKIT
Autore: Marjane Satrapi
Titolo: Persepolis
Casa editrice: LIZARD edizioni
Anno di pubblicazione: 2007
2.
L'EPISODIO
CHE MI E’ PIACIUTO DI PIU’ (da pag.113 a pag.117)
Durante una festa, la famiglia scappa
per l'avvicinarsi della polizia e viene fermata da un poliziotto che fa l'alcol
test al papà. La nonna e Marjane corrono a casa per svuotare le bottiglie di
vino per evitare di farle trovare al poliziotto che sarebbe dovuto tornare con
il papà.
3.
PERCHE’
MI E’ PIACIUTO O INTERESSATO
L’episodio mi ha
interessato perché tiene in sospeso fino in fondo, scoprendo poi che svuotare
le bottiglie di vino non sarebbe servito a niente.
4.
DISEGNO
I PERSONAGGI PRINCIPALI E UN LUOGO
5.
COPIO
UN BREVE DIALOGO
DIO: “Allora, non vuoi più fare il
profeta?”
MARJI: “Parliamo d’altro, va bene?”
DIO: “Trovi davvero che io
assomigli a Marx?”
MARJI: “Ho detto, parliamo
d’altro!”
DIO: “Domani farà bello”.
MARJI: “?”
DIO: “Farà 27 gradi all’ombra…”
MARJI: “Shh! Sta’ zitto un attimo!”
di Tommaso
IDENTIKIT
Autore: Italo Calvino
Titolo: Il barone rampante
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 1959
EPISODIO PREFERITO
Il mio episodio preferito è quello della
banda di ladruncoli (pag.39-48). Dalla sua postazione tra le fronde, saltando da un albero da
frutto all'altro, Cosimo, il
barone rampante, si scontra con un gruppo di teppistelli appollaiati su un ciliegio. I genitori si erano sempre
raccomandati che Cosimo e il fratellino
ne stessero bene alla larga; ma la sua curiosità era troppa e così lui decide di seguirli. Quando i ragazzi
si accorgono della sua presenza cominciano a fargli scherzi su scherzi (tentano anche di metterlo
in un sacco) fino a che non
si accorgono della sua grande agilità fra gli alberi quando, inseguiti da contadini esasperati dai loro
furti di frutta, seguendolo riescono a mettersi in salvo. E Cosimo sparisce nel verde.
PERCHE' MI E' PIACIUTO
Questo episodio mi è molto piaciuto
perchè è particolarmente divertente e movimentato. E mi è piaciuto il
cambio di comportamento da parte dei ladruncoli che, all'inizio fanno i
gradassi ma poi, quando vedono quanto è abile Cosimo a farsi strada tra gli alberi,
decidono che merita rispetto.
DESCRIZIONE DI UN
PERSONAGGIO
“Gian dei Brughi era sempre abbracciato al
ramo, pallido in mezzo ai capelli e alla
barba ispidi e rossi proprio come brughi, con impigliati foglie secche, ricci
di castagna e aghi di pino. Squadrava Cosimo con due occhi verdi, tondi e
smarriti; brutto, era brutto.” (pag.113)
DESCRIZIONE DI UN LUOGO
“Ai tempi miei di luoghi così fitti
d'alberi c'era solo il golfo d'Ombrosa da un capo all'altro e la
sua valle fin sulle creste dei monti;”
….................................
“Allora, dovunque s'andasse, avevamo
sempre rami e fronde tra noi e il cielo. L'unica zona di vegetazione più bassa
erano i limoneti, ma anche là in mezzo si levavano contorti gli alberi di fico,
che più a monte ingombravano tutto il cielo degli orti, con le cupole del
pesante loro fogliame, e se non erano fichi erano ciliegi dalle brune fronde, o
più teneri cotogni, peschi, mandorli, giovani peri, prodighi susini, e poi
sorbi, carrubi, quando non era un gelso o un noce annoso. Finiti gli orti,
cominciava l'oliveto, una nuvola grigio-argento a mezza costa. In fondo c'era
il paese accatastato, tra il porto in basso e in su la rocca; ed anche lì, tra
i tetti, un continuo spuntare di chiome di piante: lecci, platani, anche
roveri, una vegetazione più disinteressata e altera che prendeva sfogo -un
ordinato sfogo- nella zona dove i nobili avevano costruito le ville e cinto di
cancelli i loro parchi. Sopra gli olivi cominciava il bosco. I pini dovevano un
tempo aver regnato su tutta la plaga, perchè ancora s'infiltravano in lame e
ciuffi di bosco giù per i versanti fino sulla spiaggia del mare. Le roveri
erano più frequenti e fitte di quel che oggi non sembri, perchè furono la prima
e più pregiata vittima della scure. Più in su i pini cedevano ai castagni, il
bosco saliva a montagna, e non se ne vedevano confini. Questo era l'universo di
linfa entro il quale noi vivevamo, abitanti d'Ombrosa, senza quasi accorgercene.”
(pag.39-40)
DIALOGO FRA IL BARONE E
NAPOLEONE BONAPARTE
Vedendo
l'inquietudine di Bonaparte, Cosimo domandò, cortese:
“Posso fare qualcosa per voi, mon Empereur?”
“Sì, sì” disse Napoleone “Statevene un po' più in qua, ve ne prego, per ripararmi dal sole, ecco, così, fermo...”
Poi si tacque, come assalito da un pensiero, e rivolto al Vicerè
Eugenio:
“Tout cela me rappelle quelque chose... Quelque chose que j'ai dèjà
vu...”
Cosimo gli venne in aiuto: “Non eravate voi, Maestà: era Alessandro
Magno.”
“Ah, ma certo!” fece Napoleone. “L'incontro di Alessandro e Diogene!”
“Vous n'oubliez jamais votre Plutarque, mon Empereur” disse il
Beauharnais.
“Solo che allora” soggiunse Cosimo “Era Alessandro a domandare a Diogene cosa poteva fare per lui, e Diogene a pregarlo di scostarsi...”
(pag.213)
COMMENTO OLISTICO
**** su *****
di Tommaso
IDENTIKIT
“Sì, sì” disse Napoleone “Statevene un po' più in qua, ve ne prego, per ripararmi dal sole, ecco, così, fermo...”
Poi si tacque, come assalito da un pensiero, e rivolto al Vicerè Eugenio:
Autore: Italo Calvino
Titolo: Il barone rampante
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 1959
EPISODIO PREFERITO
Il mio episodio preferito è quello della
banda di ladruncoli (pag.39-48). Dalla sua postazione tra le fronde, saltando da un albero da
frutto all'altro, Cosimo, il
barone rampante, si scontra con un gruppo di teppistelli appollaiati su un ciliegio. I genitori si erano sempre
raccomandati che Cosimo e il fratellino
ne stessero bene alla larga; ma la sua curiosità era troppa e così lui decide di seguirli. Quando i ragazzi
si accorgono della sua presenza cominciano a fargli scherzi su scherzi (tentano anche di metterlo
in un sacco) fino a che non
si accorgono della sua grande agilità fra gli alberi quando, inseguiti da contadini esasperati dai loro
furti di frutta, seguendolo riescono a mettersi in salvo. E Cosimo sparisce nel verde.
PERCHE' MI E' PIACIUTO
Questo episodio mi è molto piaciuto
perchè è particolarmente divertente e movimentato. E mi è piaciuto il
cambio di comportamento da parte dei ladruncoli che, all'inizio fanno i
gradassi ma poi, quando vedono quanto è abile Cosimo a farsi strada tra gli alberi,
decidono che merita rispetto.
DESCRIZIONE DI UN
PERSONAGGIO
“Gian dei Brughi era sempre abbracciato al
ramo, pallido in mezzo ai capelli e alla
barba ispidi e rossi proprio come brughi, con impigliati foglie secche, ricci
di castagna e aghi di pino. Squadrava Cosimo con due occhi verdi, tondi e
smarriti; brutto, era brutto.” (pag.113)
DESCRIZIONE DI UN LUOGO
“Ai tempi miei di luoghi così fitti
d'alberi c'era solo il golfo d'Ombrosa da un capo all'altro e la
sua valle fin sulle creste dei monti;”
….................................
“Allora, dovunque s'andasse, avevamo
sempre rami e fronde tra noi e il cielo. L'unica zona di vegetazione più bassa
erano i limoneti, ma anche là in mezzo si levavano contorti gli alberi di fico,
che più a monte ingombravano tutto il cielo degli orti, con le cupole del
pesante loro fogliame, e se non erano fichi erano ciliegi dalle brune fronde, o
più teneri cotogni, peschi, mandorli, giovani peri, prodighi susini, e poi
sorbi, carrubi, quando non era un gelso o un noce annoso. Finiti gli orti,
cominciava l'oliveto, una nuvola grigio-argento a mezza costa. In fondo c'era
il paese accatastato, tra il porto in basso e in su la rocca; ed anche lì, tra
i tetti, un continuo spuntare di chiome di piante: lecci, platani, anche
roveri, una vegetazione più disinteressata e altera che prendeva sfogo -un
ordinato sfogo- nella zona dove i nobili avevano costruito le ville e cinto di
cancelli i loro parchi. Sopra gli olivi cominciava il bosco. I pini dovevano un
tempo aver regnato su tutta la plaga, perchè ancora s'infiltravano in lame e
ciuffi di bosco giù per i versanti fino sulla spiaggia del mare. Le roveri
erano più frequenti e fitte di quel che oggi non sembri, perchè furono la prima
e più pregiata vittima della scure. Più in su i pini cedevano ai castagni, il
bosco saliva a montagna, e non se ne vedevano confini. Questo era l'universo di
linfa entro il quale noi vivevamo, abitanti d'Ombrosa, senza quasi accorgercene.”
(pag.39-40)
DIALOGO FRA IL BARONE E
NAPOLEONE BONAPARTE
Vedendo
l'inquietudine di Bonaparte, Cosimo domandò, cortese:
“Posso fare qualcosa per voi, mon Empereur?” “Sì, sì” disse Napoleone “Statevene un po' più in qua, ve ne prego, per ripararmi dal sole, ecco, così, fermo...”
Poi si tacque, come assalito da un pensiero, e rivolto al Vicerè Eugenio:
“Tout cela me rappelle quelque chose... Quelque chose que j'ai dèjà
vu...”
Cosimo gli venne in aiuto: “Non eravate voi, Maestà: era Alessandro
Magno.”
“Ah, ma certo!” fece Napoleone. “L'incontro di Alessandro e Diogene!”
“Vous n'oubliez jamais votre Plutarque, mon Empereur” disse il
Beauharnais.
“Solo che allora” soggiunse Cosimo “Era Alessandro a domandare a Diogene cosa poteva fare per lui, e Diogene a pregarlo di scostarsi...”
(pag.213)
COMMENTO OLISTICO
**** su *****