domenica 3 gennaio 2016

CREIAMO UN' ANTOLOGIA

di Andrea


1) IDENTIKIT
     Autore: Jules Verne
     Titolo: Viaggio al centro della Terra
     Casa Editrice: Giunti
     Anno di pubblicazione: 2003
    
2) TRAMA
     In un antico libro dl 500 il professore Lidenbrock di Amburgo scopre una pergamena lasciata dallo scienziato islandese Arne Saknussemm. Trovata la chiave di lettura decide di partire con Axel, il nipote e Hans, la guida islandese per una spedizione nel cuore dello Sneffels, vulcano islandese sento da più di 500 anni. Un viaggio di migliaia di chilometri “sotto la scorza terrestre” fra pericoli che si affrontano tra risoluzioni fantasiose paesaggi incredibili, mostri preistorici, fenomeni naturali inimmaginabili in un percorso alla scoperta di luoghi  misteriosi, propri tipici del passato dell’umanità, per un’intuizione geniale del professore Lidenbrock, che usa in suo favore la pressione del sottosuolo e la lava incandescente, i protagonisti riusciranno ad essere sbalzati fuori dalla bocca dello Stromboli in fiamme.

3) DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO pag. 7-8
“durante il suo rapido passaggio aveva gettato in un canto il suo bastone dal manico a schiaccianoci, sul tavolo il suo lungo cappello dal pelo arruffato” …
“Otto Lidenbrock non era cattivo; ma a meno di cambiamenti poco probabili era destinato a morire nei panni di un incorreggibile stravagante”.
 “Professore al Johannaeum, teneva un corso di mineralogia e si incolleriva almeno una volta o due al giorno durante le ore di lezione, non si preoccupava affatto di avere scolari assidui e non badava alla qualità della loro attenzione, né del successo che poteva ottenere: questi particolari gli erano indifferenti. Egli insegnava soggettivamente secondo un’espressione della filosofia tedesca per sé stesso e non per gli altri. Era uno scienziato egoista, un pozzo di scienza nel quale la carrucola strideva quando si voleva tirarne fuori qualche cosa: in una parola era avaro di sé stesso “
   “non aveva nemmeno un’estrema facilità di pronuncia, non nell’intimità, ma quando parlava in pubblico, difetto spiacevole quando parlava in pubblico!”.
 
4) DESCRIZIONE DEL LUOGO pag. 117-118
“Per giorni e giorni pendenze più ripide alcune di una verticalità spaventosa ci spinsero nel profondo del massiccio interno. In certe giornate si guadagnava da una lega e mezzo a due leghe verso il basso. Discese pericolose durante le quali l’abilità di Hans e il mirabile sangue freddo ci furono utilissimi…”
“Il 7 agosto le nostre discese successive ci avevano condotto ad una profondità di 30 leghe…il tunnel seguiva un piano poco inclinato”.

5) L’EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’ da pag. 106 a 109
Affaticati dal lungo viaggio e terminate le scorte d’acqua Axel, disperato, voleva tornare indietro, ma lo zio e Hans volevano continuare. Axel bevuto l’ultimo sorso d’acqua dello zio si addormenta, quando all’improvviso scopre che Hans si è allontanato. Teme che li abbandoni e fa mille brutti pensieri. Poi all’improvviso Hans torna. Ha trovato l’acqua.
L’episodio mi è piaciuto perché è un po' divertente nella sua disperazione. Finalmente trovano l’acqua, ma è dietro una parete di granito e quando finalmente Hans, rompendo il muro la fa uscire, è acqua bollente a 100°.

6) DIALOGO

Hans si avvicinò a mio zio gli mise la mano sulla spalla e dolcemente lo svegliò. Mio zio si alzò e disse: “Che cosa accade?” Hans rispose: “Vatten”.

“Acqua, acqua!” gridava Axel.

“Acqua” ripeteva mio zio.

“Hvar?” domandò all’islandese.
“Nedat” rispose Hans.
“Dove? Là sotto!”.

7) COMMENTO OLISTICO (COMPLESSIVO) CON STELLETTE
     ***** su 5 


di Giorgio


1.   IDENTIKIT

Autore: Art Spiegelman 
Titolo: Maus
Casa editrice: Einaudi

Anno di pubblicazione: 2010


2. EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’
Per capire l'episodio serve sapere che il racconto ripercorre la storia di Vladek, un ebreo polacco, durante la seconda guerra mondiale ed in particolare la sua vita come prigioniero in un vari campi di concentramento e poi come rifugiato in varie famiglie. L’episodio che mi ha colpito di più è stato quando Vladek deve essere spostato da un campo di concentramento in Polonia ad una prigione in Germania perché i nazisti stavano perdendo la guerra e non volevano lasciare prigionieri in Polonia. Questo episodio è narrato dalla pagina 241 alla pagina 244. Per questo spostamento Vladek e molti altri prigionieri vengono fatti viaggiare in un treno merci destinato a cavalli o mucche. I prigionieri venivano ammassati in questi vagoni come fiammiferi o come sardine. Il viaggio è stato molto lungo e pieno di sacrifici dato non veniva dato loro nulla da  mangiare e da bere; se dovevano fare i loro bisogni, li facevano dove erano. Però Vladek, ingegnoso, pensò bene di usare una coperta leggera che gli era stata data e di fissarla su due ganci che aveva visto in quel vagone per potersi sedere. In questo modo ha potuto sopportare meglio tutto il viaggio, riuscendo a sopravvivere in quel terribile vagone merci.
3.   SINTESI DELL'EPISODIO
L’episodio racconta di come Vladek, ebreo polacco prigioniero dei nazisti, riesce astutamente a sopravvivere durante un viaggio dentro un vagone merci malgrado le numerose difficoltà

4.   PERCHE' MI E' PIACIUTO QUESTO EPISODIO
Questo episodio mi ha colpito in modo particolare perchè anche nei momenti più difficili, come il terribile viaggio in un treno merci molto affollato, Vladek non si è perso d'animo e ha utilizzato il suo ingegno per migliorare le sua condizione. Questo mi ha fatto capire che è bene cercare sempre di essere positivi anche nei momenti peggiori.

 

5.   DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO E DI UN LUOGO
Premetto che il libro è una graphic novel per cui ci sono molti disegni quindi i personaggi e i luoghi sono raccontati attraverso i disegni.
  A pag. 219 viene descritta la prigione della moglie del protagonista in questo modo: “Baracca di Anja era forse 1000 ragazze con kapò cattiva chi colpiva tutte che si vicinavano”.
6.   BREVE DIALOGO

Come descritto nel precedente paragrafo il libro è una graphic novel per cui ci sono molti disegni e i personaggi raccontano le loro storie con i fumetti.

Questo il dialogo tra Artie (A), il figlio del protagonista e Vladek (V), il protagonista all'inizio della storia a  pag. 10. Nel dialogo non ci sono virgolette in quanto i personaggi parlano nei fumetti
V: Vieni. Parliamo mentre pedalo...
V: Pedalare è buono per mio cuore. Ma dimmi, come va con te? Come vanno affari con tuoi fumetti?
A: Voglio ancora disegnare quel libro su di te...
A: Quello di cui ti avevo già parlato...
A: Sulla tua vita in Polonia, e sulla guerra.
V: Ci vorrebbe tanti libri per mia vita e comunque, nessuno vuole senire quelle storie.
A:Ma io sì. Inizia dalla mamma... Dimmi come vi siete conosciuti.
V:Faresti meglio di usare tuo tempo per disegni che ti fa guadagnare po' di soldi.
V:Ma, se vuoi, posso raccontarti... Abitavo in Czestochowa, allora. Era piccola città vicino a confine di Germania...


di Olivia

IDENTIKIT

AUTORE: Giuseppe Catozzella
TITOLO: Non dirmi che hai paura
CASA EDITRICE: Feltrinelli
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014

PERCHÉ MI È PIACIUTO E INTERESSATO

            Questo libro mi è piaciuto molto perché parla di due argomenti molto importanti nel mondo contemporaneo, che abbiamo già affrontato in classe con la professoressa di lettere: l’immigrazione e il terrorismo.
            Mi ha molto interessato il fatto che Samia, la protagonista del libro, volesse partecipare in qualsiasi modo alle Olimpiadi di Londra del 2012, tanto da affrontare un viaggio pericolosissimo nel Sahara e poi imbarcarsi verso Lampedusa con un barcone di clandestini. L’idea di arrivare in Italia per poi andare alle Olimpiadi di Londra e trovare un allenatore sarà solo un sogno disperso nel Mar Mediterraneo.

DESCRIZIONE DI UN LUOGO E DI UN PERSONAGGIO
 
LUOGO: “All’arrivo a Pechino ero radiosa. Finalmente, a terra, ogni cosa era tornata normale.
                L’aeroporto era modernissimo, enorme e spettacolare. Tutto vetro e acciaio, ci si poteva specchiare ovunque. L’opposto di quello di Mogadiscio, che in confronto sembrava  il bar di Taageere, tutto legno e lamiere. Le porte a vetri si aprivano da sole , e riproducevano l’immagine di tre sagome a disagio davanti a tutta quella tecnologia: ascensori, scale mobili, ristoranti dai banconi lucidissimi, connessioni a internet Wi-Fi, negozi di computer, macchine fotografiche, videocamere.
            Siamo saliti sul taxi , io Abdi dietro, e ci siamo diretti  verso il centro della città.
            Grattacieli. Grattacieli ovunque, e talmente alti che dall’alto non si riusciva a vedere le cime……”
                                                                                                                                                                                                                                                       Pagina 133 e 134

PERSONAGGIO: L’autore del libro non fa una descrizione unica e precisa del personaggio principale. In ogni caso la storia ruota attorno a Samia, una ragazzina somala proveniente da Mogadiscio, molto ma molto magra e determinata che corre per la liberazione della donna e del suo paese, la Somalia, una nazione dove parlano più le armi che le parole.      
                

EPISODIO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ

            L’episodio che mi ha colpito di più è stato quando Samia, la protagonista, è in cortile, appena tornata dai suoi allenamenti notturni. Vede un ombra in garage, entra e riconosce il  “fratello” Alì, che era partito da tanti anni. Alì racconta a Samia di essere entrato in Al-Shabaab e di aver ucciso lui aabe, il papà di Samia. Dopo essersene molto pentito, si mette a piangere e lascia alla famiglia lo hijab, cioè del denaro guadagnato durante gli anni in cui aveva militato in Al-Shabaab.
                                                                                               Da pagina 149 a pagina 156

DIALOGO

“Non ho niente, lasciami ni pace, quegli sporchi estremisti  non hanno fatto proprio niente,” ha bofonchiato senza neanche guardarmi, continuando a fissare la terra.         
“Quei due avevano  qualcosa negli occhi che sembrava innaturale ….” ho provato a dire.
“Per forza, erano  tutti drogati di khat, ” ha risposto Alì.
Una pausa.
“Cos’è il khat?”
“E’ quello schifo di droga che Al-Shabaab dà ai miliziani.”
“Si drogano e poi vanno in giro a sparare?”
“No. È perché poi devono andare in giro a sparare che gliela danno. La regalano ai più giovani, così si abituano.”
“Sembravano persi, come posseduti da una forza maligna, “ ho detto tra me e me, sperando che quella sensazione passasse in fretta. 

COMMENTO COMPLESSIVO OLISTICO

***** SU 5 

 di Marta
1.      IDENTIKIT
Autore: Marjane Satrapi
Titolo: Persepolis
Casa editrice: LIZARD edizioni
Anno di pubblicazione: 2007

2.      L'EPISODIO CHE MI E’ PIACIUTO DI PIU’ (da pag.113 a pag.117)
Durante una festa, la famiglia scappa per l'avvicinarsi della polizia e viene fermata da un poliziotto che fa l'alcol test al papà. La nonna e Marjane corrono a casa per svuotare le bottiglie di vino per evitare di farle trovare al poliziotto che sarebbe dovuto tornare con il papà.

3.      PERCHE’ MI E’ PIACIUTO O INTERESSATO
L’episodio mi ha interessato perché tiene in sospeso fino in fondo, scoprendo poi che svuotare le bottiglie di vino non sarebbe servito a niente.
  
4.      DISEGNO I PERSONAGGI PRINCIPALI E UN LUOGO

5.      COPIO UN BREVE DIALOGO
DIO: “Allora, non vuoi più fare il profeta?”
MARJI: “Parliamo d’altro, va bene?”
DIO: “Trovi davvero che io assomigli a Marx?”
MARJI: “Ho detto, parliamo d’altro!”
DIO: “Domani farà bello”.
MARJI: “?”
DIO: “Farà 27 gradi all’ombra…”
MARJI: “Shh! Sta’ zitto un attimo!”


di Tommaso
     IDENTIKIT
    Autore: Italo Calvino
    Titolo: Il barone rampante
   Casa editrice: Einaudi
    Anno di pubblicazione: 1959

    EPISODIO PREFERITO
Il mio episodio preferito è quello della banda di ladruncoli (pag.39-48). Dalla sua postazione tra le fronde, saltando da un albero da frutto all'altro, Cosimo, il barone rampante, si scontra con un gruppo di teppistelli appollaiati su un ciliegio. I genitori si erano sempre raccomandati che Cosimo e il fratellino ne stessero bene alla larga; ma la sua curiosità era troppa e così lui decide di seguirli. Quando i ragazzi si accorgono della sua presenza cominciano a fargli scherzi su scherzi (tentano anche di metterlo in un sacco) fino a che non si accorgono della sua grande agilità fra gli alberi quando, inseguiti da contadini esasperati dai loro furti di frutta, seguendolo riescono a mettersi in salvo. E Cosimo sparisce nel verde.

    PERCHE' MI E' PIACIUTO
Questo episodio mi è molto piaciuto perchè  è particolarmente  divertente e movimentato. E mi è piaciuto il cambio di comportamento da parte dei ladruncoli che, all'inizio fanno i gradassi ma poi, quando vedono quanto è  abile Cosimo a farsi strada tra gli alberi, decidono che merita rispetto.

       DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO
“Gian dei Brughi era sempre abbracciato al ramo, pallido in mezzo ai  capelli e alla barba ispidi e rossi proprio come brughi, con impigliati foglie secche, ricci di castagna e aghi di pino. Squadrava Cosimo con due occhi verdi, tondi e smarriti; brutto, era brutto.” (pag.113)

    DESCRIZIONE DI UN LUOGO
“Ai tempi miei di luoghi così fitti d'alberi c'era solo il golfo d'Ombrosa  da un capo all'altro e la sua valle fin sulle creste dei monti;”
….................................
“Allora, dovunque s'andasse, avevamo sempre rami e fronde tra noi e il cielo. L'unica zona di vegetazione più bassa erano i limoneti, ma anche là in mezzo si levavano contorti gli alberi di fico, che più a monte ingombravano tutto il cielo degli orti, con le cupole del pesante loro fogliame, e se non erano fichi erano ciliegi dalle brune fronde, o più teneri cotogni, peschi, mandorli, giovani peri, prodighi susini, e poi sorbi, carrubi, quando non era un gelso o un noce annoso. Finiti gli orti, cominciava l'oliveto, una nuvola grigio-argento a mezza costa. In fondo c'era il paese accatastato, tra il porto in basso e in su la rocca; ed anche lì, tra i tetti, un continuo spuntare di chiome di piante: lecci, platani, anche roveri, una vegetazione più disinteressata e altera che prendeva sfogo -un ordinato sfogo- nella zona dove i nobili avevano costruito le ville e cinto di cancelli i loro parchi. Sopra gli olivi cominciava il bosco. I pini dovevano un tempo aver regnato su tutta la plaga, perchè ancora s'infiltravano in lame e ciuffi di bosco giù per i versanti fino sulla spiaggia del mare. Le roveri erano più frequenti e fitte di quel che oggi non sembri, perchè furono la prima e più pregiata vittima della scure. Più in su i pini cedevano ai castagni, il bosco saliva a montagna, e non se ne vedevano confini. Questo era l'universo di linfa entro il quale noi vivevamo, abitanti d'Ombrosa, senza quasi accorgercene.” (pag.39-40)

     DIALOGO FRA IL BARONE E NAPOLEONE BONAPARTE
Vedendo l'inquietudine di Bonaparte, Cosimo domandò, cortese:
“Posso fare qualcosa per voi, mon Empereur?” 
 “Sì, sì” disse Napoleone “Statevene un po' più in qua, ve ne prego, per ripararmi dal sole, ecco, così, fermo...”  
 Poi si tacque, come assalito da un pensiero, e rivolto al Vicerè Eugenio:
 “Tout cela me rappelle quelque chose... Quelque chose que j'ai dèjà vu...”
 Cosimo gli venne in aiuto: “Non eravate voi, Maestà: era Alessandro Magno.”
“Ah, ma certo!” fece Napoleone. “L'incontro di Alessandro e Diogene!”
“Vous n'oubliez jamais votre Plutarque, mon Empereur” disse il Beauharnais.
“Solo che allora” soggiunse Cosimo “Era Alessandro a domandare a Diogene  cosa poteva fare per lui, e Diogene a pregarlo di scostarsi...” (pag.213)

    COMMENTO OLISTICO
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