di Marta
Sono
su quest’isola deserta soltanto in compagnia dei miei maiali, ogni tanto si
sente qualche verso di un animale, ma di essere umano ci sono solo io, la
Maga Circe. Vivo sull’isola di Eea, in un
castello vicino al mare nella speranza dell’arrivo di qualche naufrago da
trasformare in un maiale con la mia astuzia e il mio inganno.
La
mia isola, tre anni fa, era stata invasa da uomini pazzi che naturalmente avevo
trasformato in porci e che adesso sono fra gli unici animali presenti.
le
mie giornate sono piuttosto noiose, non faccio altro che mangiare, preparare
pozioni, nutrire i miei animali, lavare i porcili e dormire; ma ecco che un
giorno vedo in lontananza delle navi che puntano verso la mia isola, finalmente
avrò ospiti! Sono pronta ad accoglierli…ma ecco che cambiano direzione, che
delusione! Sarà per la prossima volta. Ritorno al castello un po’ delusa, sento
delle voci, sono vicine, sempre più forti ed ecco comparire degli uomini:
“Buongiorno!” saluto “Sono la Maga Circe,
è un piacere conoscervi”. Si fa avanti un bell’uomo che presenta tutto il
gruppo: “Il piacere è nostro, Maga Circe, io sono Ulisse e questi sono i miei
compagni, stiamo cercando di tornare a Itaca e volevamo chiederti la tua
ospitalità per qualche giorno”. Ci penso un po’ su, sto escogitando un piano:
“Siete i benvenuti sulla mia isola, ma ora entrate nel mio castello e godetevi
il pranzo che vi ho preparato” aggiunsi sogghignando.
Accompagno
i miei ospiti al castello e li faccio accomodare; i compagni di Ulisse
cominciano ad abbuffarsi, ma lui rimane impassibile…vedo che avvicina la
forchetta alla bocca, ma la rimette giù, alza il bicchiere e lo riappoggia. La
pozione ai compagni di quest’uomo sta cominciando a fare effetto, ma Ulisse non
se ne accorge…ed ecco che tutti si trasformano in maiali.
DOPO SEI ANNI E MEZZO
Sono
passati più di sei anni, mi sono innamorata di Ulisse, non voglio che se ne
vada via ma voglio che diventi mio marito; purtroppo gli déi hanno deciso che
deve tornare a Itaca. Mi fermo a ragionare. Scendo al piano sotto, c’è Ulisse,
mi sta aspettando, lo sento: mi deve dire qualcosa. “Circe, devo tornare a
Itaca, con i miei compagni e non con dei maiali” dice seriamente. Vuole tornare
a casa, ma io non lo voglio abbandonare. “Va bene, torna a casa, ma ricordati
di me e di come ti ho sempre amato, ti darò i tuoi compagni e non dei maiali”
dissi a denti stretti con un nodo allo stomaco. “Grazie mille, Circe, ricorderò
per sempre il tuo amore per me” e mi abbraccia, sono contenta di averlo
lasciato andare e di aver ricevuto un abbraccio così caloroso.
Partono,
sono triste, ma contenta di aver permesso la realizzazione del desiderio di
Ulisse. Sono di nuovo sola, continuo a sognare i momenti passati con lui…
(475 parole)
di Anita
Ciao, io mi chiamo Maga Circe, questo nome è stato scelto dalla mia mamma
del mio papà. Sono alta, magra, ho gli
occhi verdi e i capelli biondi. Mi piace vestirmi sempre con vestiti lunghi e
stretti, tutti i miei vestiti sono neri e bianchi.
Il mio nome fa capire che
sono una Maga, so trasformare le persone in quello che mi pare e piace, ma la
maggior parte delle volte trasformo le persone in insetti microscopici. Quando
ero molto, molto piccola ho trasformato la mia maestra in uno scarafaggio, se
no mi avrebbe interrogato! E io non volevo.
Un po' di giorni fa è iniziata la guerra tra
la Grecia è Troia, la guerra è iniziata
perché un signore il cosidetto Amundsen, aveva questa bellissima statua di un
cavallo di bronzo è diventata la voleva
dare ai Greci oppure ai Troiani. Così i due popoli decisero di dichiarare guerra e chi avrebbe vinto,
avrebbe preso la statua.
Io vivo su un'isoletta in
mezzo al mare, si chiama Isola Eèa: è piena di palme verdi, il resto è tutta
sabbia bianca e morbida, attorno all'isola c'è solo un mare azzurro e in alcune
zone ci sono delle macchie di mare blu elettrico.
La mia bellissima Isola Eèa non la lascerò
mai, ma purtroppo me ne debbo andare, ma
solo per un po' di tempo, poi vi tornerò.
Andrò in Grecia, devo per
forza andare a combattere, pur essendo una donna. Nella Grecia vive mio nonno
Carten, per questo vado a combattere lì, per aiutare mio nonno, che nella mia
vita è stato come un padre. Visto che il mio papà è morto quando avevo due anni.
Oggi parto, sto preparando la valigia, non
porterò molte cose, porterò solo le cose essenziali: un vestito, un paio di
scarpe, un'armatura e la mia conchiglia portafortuna.
Sono
partita, il viaggio sarà un po' lungo, durerà più di due giorni, ovvero più di
48 ore, andrò con una nave.
Ho un po' di paura, perché all'orizzonte vedo una grande onda
che si avvicina sempre di più alla nave, non posso andare da nessun'altra
parte, perché non ci sono altre possibilità oltre che continuare ad andare
avanti, cioè verso la grande onda.
L'onda mi sembra sempre
più grande, non so se funzionerà, ma è meglio provare a vedere se riuscirò a
trasformare l'onda in un insetto, in caso contrario mi sa che “morirò”. L'onda
è vicinissima alla mia nave, tra meno di dieci secondi proverò a fare la magia.
Ci sono riuscita! Sono riuscita a trasformare l'onda in un insetto, la mia
felicità e alle stelle!
Fra non molto arriverò
in Grecia, lì, al porto ci sarà mio nonno e subito dopo averlo abbracciato
scapperemo a casa, al riparo.
Adesso sono arrivata!
Intravedo mio nonno!
Sono arrivata a casa! La casa è molto bella e grande, la mia
camera è enorme. Sono molto felice!
Già tra poco, andrò a
combattere, speriamo che tutto finisca bene.
Mio nonno mi ha detto
che a lui non interessa molto la statua,
ma per la Grecia farebbe di tutto, quindi combatte anche lui.
La mia bellissima e
fantastica Isola Eèa mi manca già, ma di
tempo per rivederla ne manca un po', non vedo l'ora di tornarci.
Adesso devo andare a
combattere quindi non mi resta oltre a
salutarvi. Quindi baci abbracci
Maga Circe.
di Sara
La maga Circe è gentile, trasforma le
persone in uccello e aiuta la gente a fare del bene. La maga Circe ha i capelli
mossi e lunghi. Con i suoi poteri aiuta gli alberi e le piante a non appassire,
aiuta tutti gli animali feriti, cioè praticamente tutti gli esseri viventi.
Però la maga Circe era un po' pazza e un
po' normale e tranquilla. La maga Circe aveva un adesivo magico per capire chi
era nei guai: appena sentiva la sirena di richiesta d'aiuto, poteva correre in
soccorso di coloro che l'avevano invocata.
Lei viveva in una casa normalissima, ma
per qualche giorno si trasferì nella casa sull'albero. Se qualche bambino
veniva preso in giro, un altro veniva punito e doveva fare da servo alla maga
Circe.
Una sera c'era la luna piena,
i lupi continuavano a ululare e i bambini facevano “dolcetto o scherzetto”; si
diceva che in una casa vivevano dei cannibali.
La maga Circe entrò in quella
casa e fu mangiata a pezzettini. Per mesi e anni non si sentì più parlare di
lei, ma un bambino vide un video ripreso da una telecamera nascosta: aveva ripreso la maga Circe mentre veniva
mangiata.
Il bambino avvertì gli altri
bambini e anche gli adulti del suo ritrovamento.
Il potere dei bambini e degli
adulti fecero diventare più forte la maga Circe.
E lei riusci a sconfiggere i
cannibali, i bambini ringraziarono la maga; lei se ne andò e vissero tutti
felici e contenti.
di Maria
Ciao, io scrivo questo diario per raccontare la mia vita. Quando
lo finirò lo nasconderò e poi spero che qualcuno dopo la mia morte lo troverà e
scriverà un libro su di me.
Sono una maga, chiamata da tutti Maga Circe. Io sono magra, molto alta e infatti quando
ero bambina venivo chiamata “la giraffa”, ho i capelli verdi e gli occhi
azzurri come il mare.
Vivo da sola in un’isola in mezzo al mare, mi piace
tantissimo perché molte volte vado nel fondale a vedere i coralli e a
perlustrare il posto: l’acqua in mezzo alla mia isola è limpidissima quindi si
riesce a vedere tutto.
Molte volte quando ho ospiti a casa oltre ad essere felice
sono sempre agitatissima perché non ne sono abituata. Quando sono agitata la
magia mi scappa e finisco sempre per combinare dei pasticci. Ad esempio, certe
volte, non volendo trasformo le persone in scimmie.
Io in Grecia ho molti amici che contatto sempre con il mio
nuovo telefono. Adesso che mi sono
presentata è arrivato il momento di raccontarvi una storia che mi è successa un
po’ di tempo fa.
Una mattina come tutte le altre mi sveglia sentendo il mio
telefono squillare, corsi subito a vedere chi era che mi chiamava, preso il
telefono vidi che era Achille: risposi e mi disse che lui e i compagni erano
riusciti ad uccidere Ettore, erano veramente molto felici, io sentivo Achille
pieno di gioia. Ma, come al solito non poteva andare sempre tutto bene, mi
arrivò anche la brutta notizia: i Troiani erano tutti contro Achille, avevano
scoperto il suo punto debole e adesso lo volevano colpire proprio sul
tallone!!!
Visto che ero molto preoccupata avevo deciso di partire in
Grecia e aiutare Achille, volevo essere lì quando moriva, non voglio portare
sfortuna, ma avevo la sensazione che accadesse così.
Quella stessa mattina decisi di partire e portai solo il necessario
perché poi sarei dovuta tornare. Quando arrivai salutai subito Achille che
sparse la notizia, la sera cenammo tutti insieme escogitando piani per tenere
al sicuro Achille.
Io ero agitata in mezzo a tante persone così trasformai due
ragazzi davanti a me in scimmie, non potevo farci niente, non sapevo come
rimediare…quindi loro rimasero scimmie.
Il giorno seguente gli uomini andarono in battaglia, mentre
noi donne stavamo là vicino a vedere cosa stesse succedendo. Ad un tratto il
più forte dei Troiani si avvicinò ad Achille e gli colpì il tallone, lui morì
steso per terra; eravamo tutti molto dispiaciuti mentre i Troiani
festeggiavano.
Dopo due giorni io me tornai sulla mia bella isola molto
dispiaciuta di quello che era successo. Ormai sapevo che quando si faceva la
guerra c’era molta probabilità che un tuo caro morisse e così era successo a me
e ai Greci.
Oggi mi fermo qui, continuerò a scrivere quando mi
accadranno altri episodi e quando avrò dove sotterrare il mio diario.
A presto e un bacione grosso a tutti
Maga Circe
di Hiber
Il sole splendeva nel cielo ed ecco la maga Circe, una maga pasticciona che trasforma i bambini in piccoli gattini e le persone adulte in cani.
Il sole splendeva nel cielo ed ecco la maga Circe, una maga pasticciona che trasforma i bambini in piccoli gattini e le persone adulte in cani.
Un
giorno alla maga Circe non le funzionava la sua magia, voleva risolvere questo
problema, allora fece una pozione e tirò un colpo di bacchetta, uscì un cane
robot. Che pasticcio!
Allora
chiese aiuto allo stregone Massimiliano, che era così potente da poter far
sparire anche un meteorite, ed ecco lo stregone Massimiliano che prese la
bacchetta e BUM viene mandato via il cane robot.
All’improvviso
si sente un vulcano chiamato Vesuvio che erutta e tutti scappano, ma alla maga
Circe venne un’idea, vide un gatto e pensò di trasformarlo in un tappo gigante
per tappare il vulcano. Il magò però fece sparire il vulcano.
Per finire fecero una cena meravigliosa e c’era una
torta, uno squisito pollo e dei bignè, dopo fecero un ballo perché quel giorno
era il compleanno dello stregone Massimiliano.
Conclusero la giornata facendo un pigiama party e
giocando a “magie nere”, “acchiappa il coniglio” e “metti la coda all’asino”,
dei giochi che facevano sempre quando volevano divertirsi. Erano degli amici
inseparabili.
di Francesca
Io sono la maga Circe, sono un
po’ strana e ho dei poteri stravaganti, ma speciali.
Sono
bionda, ho i capelli lunghi, ma sono molto bassa, il mio viso è arrotondato, ho
gli occhi azzurri: mi trovo molto bella e attraente.
Vivo
in una grotta in fondo al mare, mi piace l'azzurro, la mia grotta è tutta sulle
sfumature del blu(compreso l’azzurro).
Io
attraggo tutte le persone che passano con la loro barca sopra la mia grotta, li
accudisco e li tengo con me perché mio marito è scappato: diceva che facevo
paura.
Proprio
oggi ho attratto un uomo molto bello(penso che lo terrò come sposo), mi dice
che si chiamava Ulisse: questo nome mi piace. Non volevo spaventarlo ma appena
arrivò nella mia grotta mi disse che andava di fretta e scappò. Io presa dalla
rabbia cominciare a correre per prenderlo e per convincerlo a restare con me. I
miei sforzi sono stati vani, lui scappò e non lo vidi più fino al giorno che
poi diventerà il giorno più bello della mia vita: lo incontrai e proprio in
quel momento sfoderai le armi segrete; i miei poteri.
Aveva il potere di fare
innamorare tutti gli uomini ma questo potere aveva il suo svantaggio potevo
solo fare innamorare se non avevano già una moglie. Ulisse l'aveva. Dovevo solo
fare una cosa: uccidere la moglie di Ulisse, ciò era molto facile, avevo un
esercito che comandavo a bacchetta. All'insaputa di Ulisse feci uccidere sua
moglie, gli feci perdere la testa per me, ma dopo molti anni di matrimonio
scoprii che mi tradiva con una donna greca. Io, preso dalla furia, lo
trasformai in un topo e così lasciare alle acque del mare Egeo.