martedì 12 aprile 2016

LA STORIA DI CIRCE, SECONDO ME


                                                              di Marta

Sono su quest’isola deserta soltanto in compagnia dei miei maiali, ogni tanto si sente qualche verso di un animale, ma di essere umano ci sono solo io, la Maga Circe. Vivo sull’isola di Eea, in un castello vicino al mare nella speranza dell’arrivo di qualche naufrago da trasformare in un maiale con la mia astuzia e il mio inganno.

La mia isola, tre anni fa, era stata invasa da uomini pazzi che naturalmente avevo trasformato in porci e che adesso sono fra gli unici animali presenti.

le mie giornate sono piuttosto noiose, non faccio altro che mangiare, preparare pozioni, nutrire i miei animali, lavare i porcili e dormire; ma ecco che un giorno vedo in lontananza delle navi che puntano verso la mia isola, finalmente avrò ospiti! Sono pronta ad accoglierli…ma ecco che cambiano direzione, che delusione! Sarà per la prossima volta. Ritorno al castello un po’ delusa, sento delle voci, sono vicine, sempre più forti ed ecco comparire degli uomini: “Buongiorno!” saluto “Sono la Maga Circe, è un piacere conoscervi”. Si fa avanti un bell’uomo che presenta tutto il gruppo: “Il piacere è nostro, Maga Circe, io sono Ulisse e questi sono i miei compagni, stiamo cercando di tornare a Itaca e volevamo chiederti la tua ospitalità per qualche giorno”. Ci penso un po’ su, sto escogitando un piano: “Siete i benvenuti sulla mia isola, ma ora entrate nel mio castello e godetevi il pranzo che vi ho preparato” aggiunsi sogghignando.

Accompagno i miei ospiti al castello e li faccio accomodare; i compagni di Ulisse cominciano ad abbuffarsi, ma lui rimane impassibile…vedo che avvicina la forchetta alla bocca, ma la rimette giù, alza il bicchiere e lo riappoggia. La pozione ai compagni di quest’uomo sta cominciando a fare effetto, ma Ulisse non se ne accorge…ed ecco che tutti si trasformano in maiali.

DOPO SEI ANNI E MEZZO

Sono passati più di sei anni, mi sono innamorata di Ulisse, non voglio che se ne vada via ma voglio che diventi mio marito; purtroppo gli déi hanno deciso che deve tornare a Itaca. Mi fermo a ragionare. Scendo al piano sotto, c’è Ulisse, mi sta aspettando, lo sento: mi deve dire qualcosa. “Circe, devo tornare a Itaca, con i miei compagni e non con dei maiali” dice seriamente. Vuole tornare a casa, ma io non lo voglio abbandonare. “Va bene, torna a casa, ma ricordati di me e di come ti ho sempre amato, ti darò i tuoi compagni e non dei maiali” dissi a denti stretti con un nodo allo stomaco. “Grazie mille, Circe, ricorderò per sempre il tuo amore per me” e mi abbraccia, sono contenta di averlo lasciato andare e di aver ricevuto un abbraccio così caloroso.

Partono, sono triste, ma contenta di aver permesso la realizzazione del desiderio di Ulisse. Sono di nuovo sola, continuo a sognare i momenti passati con lui…

                                                                                                (475 parole)



                                    di Anita

         Ciao, io mi chiamo Maga Circe, questo nome è stato scelto dalla mia mamma del mio papà. Sono alta, magra, ho gli occhi verdi e i capelli biondi. Mi piace vestirmi sempre con vestiti lunghi e stretti, tutti i miei vestiti sono neri e bianchi.
        Il mio nome fa capire che sono una Maga, so trasformare le persone in quello che mi pare e piace, ma la maggior parte delle volte trasformo le persone in insetti microscopici. Quando ero molto, molto piccola ho trasformato la mia maestra in uno scarafaggio, se no mi avrebbe interrogato! E io non volevo.
         Un po' di giorni fa è iniziata la guerra tra la Grecia è Troia, la guerra è  iniziata perché un signore il cosidetto Amundsen, aveva questa bellissima statua di un cavallo di bronzo  è diventata la voleva dare ai Greci oppure ai Troiani. Così i due popoli decisero  di dichiarare guerra e chi avrebbe vinto, avrebbe preso la statua.
        Io vivo su un'isoletta in mezzo al mare, si chiama Isola Eèa: è piena di palme verdi, il resto è tutta sabbia bianca e morbida, attorno all'isola c'è solo un mare azzurro e in alcune zone ci sono delle macchie di mare blu elettrico. 
        La mia bellissima Isola Eèa non la lascerò mai, ma purtroppo me ne debbo andare,  ma solo per un po' di tempo, poi vi  tornerò.
        Andrò in Grecia, devo per forza andare a combattere, pur essendo una donna. Nella Grecia vive mio nonno Carten, per questo vado a combattere lì, per aiutare mio nonno, che nella mia vita è stato come un padre. Visto che il mio papà è morto quando  avevo due anni.
         Oggi parto, sto preparando la valigia, non porterò molte cose, porterò solo le cose essenziali: un vestito, un paio di scarpe, un'armatura e la mia conchiglia portafortuna.
        Sono partita, il viaggio sarà un po' lungo, durerà più di due giorni, ovvero più di 48 ore, andrò con una nave.
        Ho un po' di paura, perché all'orizzonte vedo una grande onda che si avvicina sempre di più alla nave, non posso andare da nessun'altra parte, perché non ci sono altre possibilità oltre che continuare ad andare avanti, cioè verso la grande onda.
L'onda mi sembra sempre più grande, non so se funzionerà, ma è meglio provare a vedere se riuscirò a trasformare l'onda in un insetto, in caso contrario mi sa che “morirò”. L'onda è vicinissima alla mia nave, tra meno di dieci secondi proverò a fare la magia. Ci sono riuscita! Sono riuscita a trasformare l'onda in un insetto, la mia felicità e alle stelle!
         Fra non molto arriverò in Grecia, lì, al porto ci sarà mio nonno e subito dopo averlo abbracciato scapperemo a casa, al riparo.
          Adesso sono arrivata! Intravedo mio nonno!
        Sono arrivata a casa! La casa è molto bella e grande, la mia camera è enorme. Sono molto felice!
         Già tra poco, andrò a combattere, speriamo che tutto finisca bene.
         Mio nonno mi ha detto che a lui non interessa molto la statua,  ma per la Grecia farebbe di tutto, quindi combatte anche lui.
         La mia bellissima e fantastica Isola Eèa mi manca già, ma di  tempo per rivederla ne manca un po', non vedo l'ora di tornarci.
         Adesso devo andare a combattere quindi non mi resta oltre a   salutarvi. Quindi baci abbracci
                                                   Maga Circe.

                                             di Sara 
        La maga Circe è gentile, trasforma le persone in uccello e aiuta la gente a fare del bene. La maga Circe ha i capelli mossi e lunghi. Con i suoi poteri aiuta gli alberi e le piante a non appassire, aiuta tutti gli animali feriti, cioè praticamente tutti gli esseri viventi.
       Però la maga Circe era un po' pazza e un po' normale e tranquilla. La maga Circe aveva un adesivo magico per capire chi era nei guai: appena sentiva la sirena di richiesta d'aiuto, poteva correre in soccorso di coloro che l'avevano invocata.
      Lei viveva in una casa normalissima, ma per qualche giorno si trasferì nella casa sull'albero. Se qualche bambino veniva preso in giro, un altro veniva punito e doveva fare da servo alla maga Circe.
Una sera c'era la luna piena, i lupi continuavano a ululare e i bambini facevano “dolcetto o scherzetto”; si diceva che in una casa vivevano dei cannibali.
      La maga Circe entrò in quella casa e fu mangiata a pezzettini. Per mesi e anni non si sentì più parlare di lei, ma un bambino vide un video ripreso da una telecamera nascosta:  aveva ripreso la maga Circe mentre veniva mangiata.
       Il bambino avvertì gli altri bambini e anche gli adulti del suo ritrovamento.
Il potere dei bambini e degli adulti fecero diventare più forte la maga Circe.
       E lei riusci a sconfiggere i cannibali, i bambini ringraziarono la maga; lei se ne andò e vissero tutti felici e contenti.


                                           di Maria

Ciao, io scrivo questo diario per raccontare la mia vita. Quando lo finirò lo nasconderò e poi spero che qualcuno dopo la mia morte lo troverà e scriverà un libro su di me.
Sono una maga, chiamata da tutti Maga Circe.  Io sono magra, molto alta e infatti quando ero bambina venivo chiamata “la giraffa”, ho i capelli verdi e gli occhi azzurri come il mare.
Vivo da sola in un’isola in mezzo al mare, mi piace tantissimo perché molte volte vado nel fondale a vedere i coralli e a perlustrare il posto: l’acqua in mezzo alla mia isola è limpidissima quindi si riesce a vedere tutto.
Molte volte quando ho ospiti a casa oltre ad essere felice sono sempre agitatissima perché non ne sono abituata. Quando sono agitata la magia mi scappa e finisco sempre per combinare dei pasticci. Ad esempio, certe volte, non volendo trasformo le persone in scimmie.
Io in Grecia ho molti amici che contatto sempre con il mio nuovo telefono.  Adesso che mi sono presentata è arrivato il momento di raccontarvi una storia che mi è successa un po’ di tempo fa.
Una mattina come tutte le altre mi sveglia sentendo il mio telefono squillare, corsi subito a vedere chi era che mi chiamava, preso il telefono vidi che era Achille: risposi e mi disse che lui e i compagni erano riusciti ad uccidere Ettore, erano veramente molto felici, io sentivo Achille pieno di gioia. Ma, come al solito non poteva andare sempre tutto bene, mi arrivò anche la brutta notizia: i Troiani erano tutti contro Achille, avevano scoperto il suo punto debole e adesso lo volevano colpire proprio sul tallone!!!
Visto che ero molto preoccupata avevo deciso di partire in Grecia e aiutare Achille, volevo essere lì quando moriva, non voglio portare sfortuna, ma avevo la sensazione che accadesse così.
Quella stessa mattina decisi di partire e portai solo il necessario perché poi sarei dovuta tornare. Quando arrivai salutai subito Achille che sparse la notizia, la sera cenammo tutti insieme escogitando piani per tenere al sicuro Achille.
Io ero agitata in mezzo a tante persone così trasformai due ragazzi davanti a me in scimmie, non potevo farci niente, non sapevo come rimediare…quindi loro rimasero scimmie.
Il giorno seguente gli uomini andarono in battaglia, mentre noi donne stavamo là vicino a vedere cosa stesse succedendo. Ad un tratto il più forte dei Troiani si avvicinò ad Achille e gli colpì il tallone, lui morì steso per terra; eravamo tutti molto dispiaciuti mentre i Troiani festeggiavano.
Dopo due giorni io me tornai sulla mia bella isola molto dispiaciuta di quello che era successo. Ormai sapevo che quando si faceva la guerra c’era molta probabilità che un tuo caro morisse e così era successo a me e ai Greci.
Oggi mi fermo qui, continuerò a scrivere quando mi accadranno altri episodi e quando avrò dove sotterrare il mio diario.
A presto e un bacione grosso a tutti                                                
                                                                 Maga Circe

                                                 di Hiber

Il sole splendeva nel cielo ed ecco  la maga Circe, una maga  pasticciona che trasforma i bambini  in piccoli gattini e le persone adulte in cani.
Un giorno alla maga Circe non le funzionava la sua magia, voleva risolvere questo problema, allora fece una pozione e tirò un colpo di bacchetta, uscì un cane robot. Che pasticcio!
Allora chiese aiuto allo stregone Massimiliano, che era così potente da poter far sparire anche un meteorite, ed ecco lo stregone Massimiliano che prese la bacchetta e BUM viene mandato via il cane robot.
All’improvviso si sente un vulcano chiamato Vesuvio che erutta e tutti scappano, ma alla maga Circe venne un’idea, vide un gatto e pensò di trasformarlo in un tappo gigante per tappare il vulcano. Il magò però fece sparire il vulcano.
Per finire fecero una cena meravigliosa e c’era una torta, uno squisito pollo e dei bignè, dopo fecero un ballo perché quel giorno era il compleanno dello stregone Massimiliano.
Conclusero la giornata facendo un pigiama party e giocando a “magie nere”, “acchiappa il coniglio” e “metti la coda all’asino”, dei giochi che facevano sempre quando volevano divertirsi. Erano degli amici inseparabili.

                                                            di Francesca


            Io sono la maga Circe, sono un po’ strana e ho dei poteri stravaganti, ma speciali.
            Sono bionda, ho i capelli lunghi, ma sono molto bassa, il mio viso è arrotondato, ho gli occhi azzurri: mi trovo molto bella e attraente.
            Vivo in una grotta in fondo al mare, mi piace l'azzurro, la mia grotta è tutta sulle sfumature del blu(compreso l’azzurro).
            Io attraggo tutte le persone che passano con la loro barca sopra la mia grotta, li accudisco e li tengo con me perché mio marito è scappato: diceva che facevo paura.
            Proprio oggi ho attratto un uomo molto bello(penso che lo terrò come sposo), mi dice che si chiamava Ulisse: questo nome mi piace. Non volevo spaventarlo ma appena arrivò nella mia grotta mi disse che andava di fretta e scappò. Io presa dalla rabbia cominciare a correre per prenderlo e per convincerlo a restare con me. I miei sforzi sono stati vani, lui scappò e non lo vidi più fino al giorno che poi diventerà il giorno più bello della mia vita: lo incontrai e proprio in quel momento sfoderai le armi segrete; i miei poteri.
Aveva il potere di fare innamorare tutti gli uomini ma questo potere aveva il suo svantaggio potevo solo fare innamorare se non avevano già una moglie. Ulisse l'aveva. Dovevo solo fare una cosa: uccidere la moglie di Ulisse, ciò era molto facile, avevo un esercito che comandavo a bacchetta. All'insaputa di Ulisse feci uccidere sua moglie, gli feci perdere la testa per me, ma dopo molti anni di matrimonio scoprii che mi tradiva con una donna greca. Io, preso dalla furia, lo trasformai in un topo e così lasciare alle acque del mare Egeo.