Ora scrivo io - Dopo aver letto l’articolo di Beppe Severgnini, descrivo scene di persone che usano smartphone, raccontando una storia vera o inventata. (minimo 200 parole)
di Silvia
Che
bella idea poter telefonare in ogni posto del mondo ed essere raggiungibili
ovunque!
Per
esempio quando si è al ristorante vedo sempre più spesso persone adulte, ma
anche bambini, incollate sui loro telefonini. Ma cosa dovranno mai fare queste
persone se non mangiare una buona pizza o parlarsi in modo diretto? A volte
sembra che sia più importante quello che c’è dentro un telefono rispetto a
quello che c’è fuori.
Per
me, è assurdo vedere una bambina piccola ( di uno o due anni) che gioca sempre
con il telefono della madre, perché è troppo piccola per avere il telefono:
dovrebbe interessarsi di più a giochi adatti alla sua età.
Intendiamoci: è bellissimo poter
telefonare o messaggiare quando si ha un bisogno. E’ bello anche poter
recuperare informazioni navigando su internet quando si è dentro o fuori casa
ma solo nel momento opportuno.
A me,
per esempio, è capitato di andare in pizzeria con delle mie amiche
dell’elementari e i nostri genitori. Era passato tanto tempo dall’ultima volta
che c’eravamo viste e non vedevo l’ora di rivederle. Peccato che ognuna di
loro, a parte me e una mia amica, avevano il telefono e tutto il loro tempo
l’hanno speso messaggiandosi una con l’altra. Io e questa mia amica volevamo
buttare i loro telefoni giù dalla finestra!
Che
dire, la pizza eccellente, la compagnia …. ci ripenserei!
di Mikael
Una disattenzione, un
istante fatale in una giornata frenetica: forse c'è proprio questo
alla base del grave incidente che si è verificato ieri vicino alla
Stazione Centrale di Milano.
Antonina Chapkina,
ballerina alla scala di 26enne russa è stata travolta dal tram che
transitava e ora è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale
Nigurada, proprio nel capoluogo lombardo.Antonina, come hanno rivelato alcuni testimoni presenti sul luogo dell'incidente, stava parlando al cellulare e, non accorgendosi dell'arrivo del mezzo, si è sporta dalla banchina.
Subito dopo l'impatto è caduta a terra e ha sbattuto la testa, perdendo i sensi.
26 anni e una carriera ancora tutta da vivere. Antonina Chapkina era partita dalla Russia, giovanissima ed era riuscita a realizzare il suo grande sogno: entrare nel corpo di ballo della leggendaria Scala di Milano, luogo sacro e mistico entrato nel mito.
Ora la sua vita è appesa a un filo sottilissimo: lotta tra la vita e la morte.
Ma li fuori ci sono ancora tante cose da fare, tanti sogni da realizzare e infinite emozioni da provare.
Continuare a ballare, per l'amore di farlo.
di Lucrezia
La maggior parte dei bambini è abituata a utilizzare
il telefonino di mamma e papà. Così, quando gli danno un libro e c’è una figura
piccola, loro cercano di ingrandirla come sul telefono. Poi, quando vedono che
la figura non s’ingrandisce, vanno da un genitore e dicono che il libro è
rotto. Ci sono altri problemi causati dai telefoni: per strada molte persone,
non tutte, utilizzano il cellulare, quindi sono investiti dagli autisti (anche
loro distratti da questo demone della tecnologia). Molti direbbero che la colpa è dei telefoni, NO! La colpa è
delle PERSONE! Che non lo usano correttamente: appena arriva un
messaggio, subito a guardarlo, aspettare di aver attraversato la strada no?
Mica il messaggio vola via! Questo discorso vale anche per chi è sull’autobus,
dovevi scendere alla fermata ma la salti perché stavi guardando il video di Favij
su YOU TUBE. Così devi tornare indietro a piedi… ginnastica!!!. I pedoni feriti
nel 2016 sono triplicati rispetto a quelli nel 2014, perciò: GUARDATE DI PIU’
LA STRADA CHE IL TELEFONO! Altre volte capita che c’è il verde, e stai fermo lì
tre ore, provocando dietro di te, una coda lunga dal Duomo fino a Lima il tutto
perché stavi guardando, SUL TELEFONINO, che film andare a vedere al cinema!!!
di Marta
di Giorgio
Certo che le cose sono cambiate adesso che esistono
solo gli strumenti digitali: tra telefonini, tablet e computer sembra che non
esista più nient'altro; questi strumenti non sempre servono a questioni
intelligenti, ma molte volte potrebbero essere uno strumento per salvare la
vita.
Allo Stade de France, per esempio, un cittadino
francese coinvolto in uno degli attentati di Parigi del novembre 2015 aveva il
telefonino in tasca, sul fianco, quando un proiettile lo ha colpito senza penetrarlo.
È stato un miracolo: in questo caso un semplice telefonino ha salvato la vita a
questo fortunatissimo signore.
Non sempre però è così, i cellulari alla guida, ad
esempio, sono tra le prime cause di incidenti stradali gravi o mortali che in
questi ultimi anni sono aumentati tantissimo. L’attenzione agli strumenti
digitali fa distrarre le persone dalla realtà che stanno vivendo portandole
anche a gravi disattenzioni che possono mettere a rischio sia gli utilizzatori,
sia chi sta vicino a loro.
Una volta, in un porto della Liguria, mi è capitato di
vedere un ragazzo con un iPad, che camminava su un pontile dove erano
ormeggiate molte barche a vela. Stava per cadere in acqua, ma è stato fortunato
perché di lì stava passando una signora che l’ha fermato appena prima che
succedesse; sembrava un film e meno male che non è caduto perché non è una
bella cosa cadere in un porto dove tutte le barche riversano scarichi e
prodotti di rifiuto!
Come fanno delle persone a spendere
intere giornate davanti ai loro smartphone? A mio parere bisognerebbe essere
pazzi a stare davanti a uno smartphone per intere giornate, io non ho niente
contro gli smartphone ne contro quelli che li usano, ad esempio io ce l'ho
e lo uso. Mi sorprende il fatto che
della gente si faccia male anche attraversando la strada, non capisco come
alcuni non siano neanche capaci di alzare lo sguardo dallo smartphone mentre
attraversano la strada la strada, Mi sembra una cosa talmente banale e
automatica attraversare la strada con un minimo di attenzione che non credo
sarei capace di attraversare la strada senza fare attenzione.
Qualche volta mi capita di vedere mio fratello uscire da scuola
e subito chiedere alla "mamma" se può invitare o andare a casa dei
suoi compagni di classe. Se gli risponde di sì o di no, per lui è quasi
indifferente perché se la "mamma" gli
risponde di sì lui è tutto
contento, se invece gli risponde di no, mio fratello a volte non ci rimane
tanto male, perché immagina che tutto il resto del giorno lo passerà davanti al
telefono o davanti al televisore, più raramente davanti al tablet. Per lui è
quasi impossibile stare per due giorni senza il telefono o la televisione.
Alla fine non posso farci niente, se no
succede una catastrofe.
di Hiber
Oggi in
qualunque posto ci troviamo squillano telefonini: al ristorante, al cinema, nei
negozi, negli uffici, in macchina e persino in chiesa.
Una volta, mi raccontano i miei genitori, se dovevi fare una
telefonata e ti trovavi fuori casa, dovevi cercare una cabina telefonica e
avere un gettone o una scheda telefonica per poter telefonare.
Oggi, invece, ognuno porta con sé il suo smartphone e può in qualunque momento e in qualunque luogo telefonare o ricevere telefonate, o messaggiare o guardare documenti o collegarsi ad Internet e ai social network.
Oggi, invece, ognuno porta con sé il suo smartphone e può in qualunque momento e in qualunque luogo telefonare o ricevere telefonate, o messaggiare o guardare documenti o collegarsi ad Internet e ai social network.
Il telefonino può essere molto utile perché ci permette di
poter essere sempre rintracciabili o di poter telefonare in caso di emergenze,
però in alcuni casi può essere pericoloso o inopportuno.
Per esempio, può essere molto pericoloso e causa di numerosi
incidenti stradali quando si guida, oppure quando si attraversa la strada e si
è distratti dal telefono. Oppure può essere inopportuno se ci dimentichiamo di
spegnerlo a teatro, in chiesa, a scuola, o se quando siamo in tram o sul treno
parliamo a voce alta facendo sentire a tutti i fatti nostri.
Oppure può far perdere lo spirito di un incontro tra amici o quello di una cena romantica: è capitato a tutti di vedere persone che al ristorante sono sedute allo stesso tavolo ma tengono gli occhi incollati al telefono a guardare i messaggi senza parlare tra di loro.
Recentemente, però, ho visto un servizio al telegiornale su un’importante applicazione degli smartphone per i non vedenti. Un ragazzo italiano di soli ventidue anni con altri due amici ha inventato un’interessante applicazione per i non vedenti, per cui puntando lo smartphone su un oggetto, lo smartphone è in grado di riconoscere l’oggetto tra una serie molto numerosa di oggetti memorizzati e pronuncia il nome dell’oggetto, in modo da rendere riconoscibile al non vedente tutti gli oggetti che gli stanno intorno e sapere dove si trovino le cose.
Io direi che sarebbe meglio che tutti noi usassimo lo smartphone in modo razionale, attento e anche, qualche volta, più educato.
Oppure può far perdere lo spirito di un incontro tra amici o quello di una cena romantica: è capitato a tutti di vedere persone che al ristorante sono sedute allo stesso tavolo ma tengono gli occhi incollati al telefono a guardare i messaggi senza parlare tra di loro.
Recentemente, però, ho visto un servizio al telegiornale su un’importante applicazione degli smartphone per i non vedenti. Un ragazzo italiano di soli ventidue anni con altri due amici ha inventato un’interessante applicazione per i non vedenti, per cui puntando lo smartphone su un oggetto, lo smartphone è in grado di riconoscere l’oggetto tra una serie molto numerosa di oggetti memorizzati e pronuncia il nome dell’oggetto, in modo da rendere riconoscibile al non vedente tutti gli oggetti che gli stanno intorno e sapere dove si trovino le cose.
Io direi che sarebbe meglio che tutti noi usassimo lo smartphone in modo razionale, attento e anche, qualche volta, più educato.
di Maria e Olivia
Ciao mi chiamo Jack, sono un signore di mezza età e sono qui
per raccontarvi la mia storia con uno smartphone.
Tutto iniziò la mattina di Natale. Quando
sotto l’albero trovai un pacchetto di forma solida e rettangolare. Dentro quel
pacchetto c’era uno strano apparecchio elettronico e sulla scatola c’era
scritto Iphone 6s. Tutto sorpreso, andai da mia moglie, Charlotte, e le chiesi
come mai avessi ricevuto un cellulare. Lei mi spiegò che per essere aggiornato
e “moderno” avrei dovuto avere uno di questi apparecchi. Lei mi disse anche che
con questo “Iphone” avrei potuto leggere il corriere, mandare messaggi,
guardare la mail e guardare facebook. Ero entusiasta!
La mattina seguente andai al negozio “3” per comprare una sim
e fare un contratto telefonico. Tornato a casa mi feci spiegare da mio figlio
come si usasse. Ero davvero preso! Guardavo ogni secondo se qualcuno mi avesse
mandato un messaggio, se mi fosse arrivata un notifica da facebook e se
qualcuno mi avesse mandato una mail. Era diventato così tanto la mia mania che
non prestavo più attenzione al resto che succedeva intorno a me.
Un giorno mi feci tutte le mie scale a chiocciola rotolando.
Per fortuna non mi feci niente di grave. Un altro invece presi uno spigolo
diritto in fronte. Ma l’episodio che mi fece notare di più che non prestavo più
attenzione alle cose che facevo, fu quello in cui una mattina presto, mentre
andavo al lavoro, e, come al solito, avevo lo sguardo fisso sullo schermo del
telefono passai col rosso, non accorgendomene, ma per fortuna il signore che
era alla guida riuscì a frenare in tempo e a non tirarmi sotto.
Da quel giorno capii che il telefono è un utensile molto
all’avanguardia e che, se usato bene, può essere di grande aiuto, ma se usato
in modo inappropriato e in modo smisurato può diventare una vera e propria arma
letale! Si vede proprio che io non sono un uomo che è nato nell’era digitale.
di Francesca
Era un caldo giorno d’estate in una piccola cittadina di
montagna l’aria era fresca, io stavo prendendo la macchina per andare al
lavoro, quando, vedo una mamma con la sua bambina che stanno attraversando la
strada con il rosso: avevano entrambe il cellulare in mano ma la bambina aveva
poco più di cinque anni.
La
bambina ad un certo punto lascia la mano della mamma e comincia a correre, la
mamma non se ne accorge neppure perché era concentrata a litigare su WhatsApp, così
pensai: ‘’ ma se intervenissi?’’, così afferrai la bambina per un braccio
giusto in tempo visto che in quel momento arrivò una macchina che non vide la
mamma e la investì. Fortunatamente non era un pirata della strada infatti si
fermò, scese subito dall’auto per accettarsi delle condizioni della signora,
insieme abbiamo chiamato l’ambulanza, per fortuna non era nulla di grave, per
tutti fu un grande spavento soprattutto per la bambina.